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Verona, fu necessitato il re a procurare, con altro aiuto che con quello delle genti d’arme che vi erano entrate, che quella cittá non ritornasse in potestá loro. Alla qual cosa dette principio Ciamonte, venuto dopo la perdita di Vicenza a’ confini del veronese; perché, cominciando a tumultuare per mancamento de’ pagamenti dumila fanti spagnuoli che erano in Verona, ve gli fermò agli stipendi del re di Francia, e vi mandò per maggiore sicurtá altri fanti; seguitato in questo il consiglio del Triulzio, che dubitando Ciamonte che al re non fusse molesta questa spesa gli rispose essere minore male che il re lo imputasse di avere speso danari che d’avere perduto o messo in pericolo il suo stato. Prestò oltre a questo a Cesare, per pagare i soldati che erano in Verona, ottomila ducati, ma ricevendo, per pegno della restituzione di questi e degli altri che per beneficio suo vi spendesse in futuro, la terra di Valeggio; la quale terra, per essere uno de’ passi del fiume del Mincio (anzi chi possiede quella e Peschiera domina il Mincio) e propinqua a Brescia a sei miglia, era per sicurtá di Brescia molto stimata dal re. La venuta di Ciamonte seguitato dalla maggiore parte delle lancie che alloggiavano nel ducato di Milano, il mettere genti in Verona, e il divulgarsi che si preparava per andare all’espugnazione di Vicenza, furono cagione che l’esercito de’ viniziani, lasciati per difesa del Pulesine e per sussidio dell’armata quattrocento cavalli leggieri e quattrocento fanti, si partí del ferrarese e si divise tra Lignago, Soave e Vicenza, e che i viniziani, desiderando assicurarsi che Vicenza e il paese circostante non fusse molestato dalle genti che erano in Verona, lo fortificorno con una fossa di opera memorabile, larga e piena di acqua, intorniata da uno riparo in sul quale erano distribuiti molti bastioni; la quale, cominciando dalle radici della montagna sopra a Suave e distendendosi per spazio di cinque miglia, si distendeva per il piano dalla parte che da Lonigo si va a Monforte, terminando in certi paludi contigui al fiume dello Adice: e fortificato Soave e Lonigo, avevano, mentre la si guardava, assicurato, massime la vernata, tutto il paese.