Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/331

Da Wikisource.

libro ottavo ‐ cap. xiv 325


Alleggerissi per la partita delle genti viniziane, ma non si levò però in tutto, il pericolo di Ferrara: perché se bene fusse cessato il timore dello essere sforzata non era cessato il sospetto che, per i danni gravissimi, o non si estenuasse troppo o non si riducesse il popolo a ultima disperazione; perché le genti dell’armata e quelle che l’accompagnavano correvano ogni dí insino in sulle porte della cittá, e altri legni de’ viniziani, assaltato da altra parte lo stato del duca di Ferrara, avevano preso Comacchio. Sopragiunsono in questo tempo le genti del pontefice e del re di Francia; e perciò il duca, il quale prima ammunito dal danno ricevuto nell’assalto del bastione avea fermate le genti sue in alloggiamento forte appresso a Ferrara, cominciò a fare spesse cavalcate e scorrerie per condurre gli inimici a combattere: i quali, sperando che l’esercito ritornasse, recusavano prima di combattere. E accadde che essendo cavalcato un giorno insino appresso al bastione il cardinale da Esti, nel ritornarsene, un colpo d’artiglieria scaricata da uno de’ legni degli inimici levò il capo al conte Lodovico della Mirandola, uno de’ condottieri della Chiesa; non avendo, tra tanta moltitudine, né quello né altro colpo offeso alcuno. Finalmente, la perizia del paese e della natura e opportunitá del fiume fece facile quel che da principio era paruto pericoloso e difficile. Perché, sperando il duca e il cardinale di rompere coll’artiglierie l’armata, pure che avessino facoltá di poterle sicuramente distendere in sulla ripa del fiume, ritornò il cardinale con parte delle genti ad assaltare il bastione; e avendo, con uccisione di alcuni di loro, rimessi gli inimici che erano usciti a scaramucciare, occupò e fortificò la parte prossima dell’argine, in modo che senza che gli inimici lo sapessino condusse al principio della notte l’artiglierie in sulla ripa opposita all’armata; e distesele con silenzio grande, cominciò con terribile impeto a percuoterla: e benché tutti i legni si movessino per fuggire, nondimeno essendo distese per lungo spazio molte e grossissime artiglierie, le quali maneggiate da uomini periti tiravano molto da lontano, mutavano piú tosto il luogo del pericolo che fuggissino il pericolo;