Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/47

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libro quinto ‐ cap. ix 41

insino alle mura di Firenze, non vi essendo ancora giunte le genti de’ franzesi, e dissipata la maggiore parte delle fanterie de’ fiorentini perché, essendo quasi tutte delle terre perdute, se ne erano ritornate alle case loro. Ma la cupiditá di acquistare per sé il Borgo a San Sepolcro, terra propinqua a Cittá di Castello (benché per velarla allegasse non essere sicuro lasciarsi dietro alle spalle terra alcuna degli inimici), impedí il migliore consiglio; e però si voltò ad Anghiari, la quale terra, poiché, sola in questa costanza, ebbe aspettato che vi fussino piantate l’artiglierie, impotente del tutto a difendersi, si arrendé con alcuni soldati che vi erano, senza alcuna eccezione, all’arbitrio suo. Avuto Anghiari, ottenne subito il Borgo a San Sepolcro per accordo, e dipoi ritornò verso il Casentino; e giunto alla villa di Rassina, mandò uno trombetto a dimandare la terra di Poppi, nella quale, forte di sito, erano dentro pochi soldati. Ma la riputazione dell’armi franzesi operò quel che ancora non erano bastanti a operare le forze loro. Perché essendo giá condotte presso a Firenze sotto il capitano Imbalt dugento lancie, non avendo ardire per mancamento di fanti di accostarsi agli inimici, erano andate a castel San Giovanni nel Valdarno con intenzione che in quel luogo si unissino tutte le genti; ma Vitellozzo, come ebbe intesa la mossa loro verso il Valdarno, temendo per l’assenza sua alle cose di Arezzo, si ritirò con grandissima prestezza dalla Vernia alla collina di Ciciliano presso a due miglia a Quarata, e dipoi fattosi piú innanzi tre miglia, per mostrare animo e assicurare Rondine e altri luoghi circostanti, si pose in forte alloggiamento a canto a Rondine, lasciati alcuni fanti a guardia di Gargonsa e di Civitella, che erano le porte onde le genti de’ fiorentini potevano entrare nel paese. Le quali, essendo arrivate giá sotto il capitano Lancre dugento altre lancie, si congregavano tra Montevarchi e Laterina, con intenzione, come avessino messo insieme tremila fanti, di andare ad alloggiarsi appresso a Vitellozzo in su qualche colle eminente; il che egli non volendo aspettare, perché né arebbe potuto dimorarvi né levarsene senza grandissimo