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76 storia d'italia

Persí andassino a quella impresa; e per contrario, a Barletta erano arrivati i duemila fanti tedeschi i quali, soldati con favore del re de’ romani e imbarcatisi a Triesti, erano con grave querela del re di Francia passati sicuramente per il golfo de’ viniziani. E però il duca di Nemors, non potendo promettersi la sospensione dell’armi e indebolito per i danni ricevuti poco innanzi, per essere sufficiente, se l’occasione lo invitasse o la necessitá lo costrignesse, a combattere con gl’inimici, mandò a chiamare tutte le genti franzesi che erano divise in vari luoghi, da quelle in fuori che sotto Obigní militavano in Calavria; e tutti gli aiuti de’ signori del regno: ma ebbe nel raccorle avversa la fortuna. Perché avendo il duca d’Atri e Luigi d’Ars, uno de’ capitani franzesi che avevano le genti loro sparse in Terra di Otranto, deliberato d’andare insieme a unirsi col viceré, perché presentivano che Pietro Navarra con molti fanti spagnuoli era in luogo da potere loro nuocere se fussino andati separati, accadde che Luigi d’Ars, avendo avuta opportunitá di condursi sicuro da se stesso, partí senza curarsi del pericolo del duca d’Atri; al quale, rimasto solo, essendo pervenuta notizia che Pietro Navarra si era mosso verso Matera per andare a unirsi con Consalvo, si messe ancora esso in cammino con la sua gente. Ma non bastano i consigli umani a resistere alla fortuna: perché avendo gli uomini di Rutiliano terra in quello di Bari, i quali in quegli medesimi dí si erano ribellati dai franzesi, chiamato Pietro Navarra, e però egli volgendosi dal cammino cominciato di Matera verso Rutiliano, si scontrò nel duca d’Atri; il quale, spaventato di questo accidente, stette sospeso di quello che avessi a fare, pure, non essendo sicura in tutto la ritirata e confidandosi che se bene era inferiore di numero di fanti aveva piú cavalli, e stimando che la fanteria spagnuola per avere la notte fatto lungo cammino fusse stracca, appiccò la battaglia; nella quale essendosi da ogni parte combattuto valentemente, fu alla fine rotta la gente sua, morto Giovann’Antonio suo zio ed egli fatto prigione. E, come pare ch’il piú delle volte le avversitá non vadino sole, quattro galee franzesi, delle quali