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116 storia d'italia

Gradisca in fuora (la quale combatterono vanamente), tutto il paese; benché, pochi dí poi, certi fanti comandati del contado di Tiruolo espugnorono Cadoro e saccheggiorno Bellona. In questo modo, con effetti leggieri e poco durabili, si terminorno la state presente i movimenti dell’armi; senza utilitá ma non senza ignominia del nome di Cesare, e con accrescimento della riputazione de’ viniziani, che assaltati giá due anni dagli eserciti di Cesare e del re di Francia ritenessino alla fine le medesime forze e il medesimo dominio.

Le quali cose benché tendessino direttamente contro a Cesare nocevano molto piú al re di Francia: perché, mentre che, o temendo forse troppo le prosperitá e l’augumento di Cesare o che consigliandosi con fondamenti falsi e non conoscendo i pericoli giá propinqui o che soffocata la prudenza dalla avarizia, non dá a Cesare aiuti tali che potesse sperare di ottenere la vittoria desiderata, gli dette occasione e quasi necessitá di inclinare l’orecchie a coloro che mai cessavano di persuaderlo che s’alienasse da lui, conservando in uno tempo medesimo in tale stato i viniziani che e’ potessino con maggiori forze unirsi a quegli i quali desideravano di abbassare la sua potenza. Onde giá cominciava ad apparire qualche indizio che nella mente di Cesare, specialmente nella causa del concilio, germinassino nuovi pensieri: nella quale pareva raffreddato, massimamente dopo l’intimazione del concilio lateranense; conciossiaché non vi mandasse, secondo le promesse piú volte fatte, alcuni prelati tedeschi in nome della Germania, né procuratori che vi assistessino in suo nome; non lo movendo l’esempio del re di Francia, il quale aveva ordinato che in nome comune della chiesa gallicana vi andassino ventiquattro vescovi, e che tutti gli altri prelati del suo regno o vi andassino personalmente o vi mandassino procuratori. E nondimeno, o per scusare questa dilazione o perché tale fusse veramente il suo desiderio, cominciò in questo tempo a fare instanza che, per maggiore comoditá de’ prelati della Germania e perché affermava volervi intervenire personalmente, il concilio inditto a Pisa si trasferisse a Mantova o a Verona o a Trento: la