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ubbidire a’ decreti loro. Ma i fiorentini, come intesono questa deliberazione, la quale insino che le genti cominciorno a muoversi era stata loro celata, deliberorno non ricevere in quella cittá, tanto importante, tal numero di soldati: considerando la mala disposizione de’ pisani, ricordandosi che la ribellione passata era proceduta alla presenza e permettendola il re Carlo, e della inclinazione che al nome pisano avevano avuta i soldati franzesi, e dubitando oltre a questo che per la insolenza militare potesse nascervi qualche accidente pericoloso; ma molto piú temendo che se l’armi del re di Francia venivano a Pisa non ne nascesse (e forse secondo il desiderio occulto del re) che la Toscana diventasse la sedia della guerra. Perciò significorno, nel tempo medesimo: al re, essere difficile l’alloggiarle per la strettezza e sterilitá del paese, incomodo non che altro a pascere la moltitudine che conveniva al concilio, né essere necessario, perché Pisa era talmente retta e custodita da loro che i cardinali potevano, senza pericolo o di insulti forestieri o di opposizione di quegli di dentro, sicurissimamente dimorarvi; e al cardinale di San Malò, colla cui volontá si reggevano in queste cose i franzesi, che aveano deliberato di non ammettere in Pisa soldati. Il quale, dimostrando colle parole di consentire, ordinava da altra parte che le genti, separatamente e con minore dimostrazione che si poteva, procedessino innanzi; persuadendosi che approssimate a Pisa vi entrerebbono, o con la violenza o con arti o perché i fiorentini non ardirebbono, con tanta ingiuria del re, di proibirlo. Ma avendo il re risposto apertamente essere contento non vi venissino e da altra parte non lo vietando, i fiorentini mandorno al cardinale di San Malò, con imbasciata pari alla sua superbia, Francesco Vettori, a certificarlo che se i cardinali entravano con l’armi nel dominio loro non solo non gli ammetterebbono in Pisa ma gli perseguiterebbono come inimici: il medesimo, se le genti d’arme passavano l’Apennino verso Toscana, perché presumerebbono non passassino per altro che per entrare poi occultamente o con qualche fraude in Pisa. Dalla quale proposta commosso il cardi-