Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/147

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libro decimo - cap. vii 141

nale, ordinò che le genti ritornassino di lá dallo Apennino; consentendogli i fiorentini che con lui rimanessino, oltre alle persone di Lautrech e di Ciattiglione, cento cinquanta arcieri.

Convennonsi tutti i cardinali a Lucca, la quale cittá il pontefice per questa cagione dichiarò incorsa nello interdetto; ove lasciato infermo il Cosentino, che pochi dí poi vidde l’ultimo suo dí, andorno gli altri quattro a Pisa; non ricevuti né con lieti animi de’ magistrati né con riverenza o divozione della moltitudine, perché a fiorentini era molestissima la loro venuta, né accetta o di estimazione alcuna appresso a’ popoli cristiani la causa del concilio. Perché, con tutto che il titolo di riformare la Chiesa fusse onestissimo e di grandissima utilitá, anzi a tutta la cristianitá non meno necessario che grato, nondimeno a ciascuno appariva gli autori muoversi da fini ambiziosi e involti nelle cupiditá delle cose temporali, e sotto colore del bene universale contendersi degli interessi particolari, e che a qualunque di essi pervenisse il pontificato non arebbono minore bisogno di essere riformati che avessino coloro i quali si trattava di riformare; e che, oltre alla ambizione de’ sacerdoti, aveano suscitato e nutrivano il concilio le quistioni de’ príncipi e degli stati: queste avere mosso il re di Francia a procurarlo, queste il re de’ romani a consentirlo, queste il re d’Aragona a impugnarlo. Dunque, comprendendosi chiaramente che con la causa del concilio era congiunta principalmente la causa dell’armi e degli imperi, aveano i popoli in orrore che sotto pietosi titoli di cose spirituali si procurassino, per mezzo delle guerre e degli scandoli, le cose temporali. Però, non solamente nello entrare in Pisa i cardinali apparí manifestamente l’odio e il dispregio comune ma piú manifestamente negli atti conciliari. Perché avendo convocato il clero a intervenire nella chiesa cattedrale alla prima sessione, niuno religioso volle intervenirvi; e i sacerdoti propri di quella chiesa, volendo essi, secondo il rito de’ concili, celebrare la messa per la quale si implora il lume dello Spirito Santo, recusorno di prestare loro i paramenti; e procedendo poi a maggiore audacia, serrate le porte del tempio, si