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Giovanni Vitelli, il quale affermava essere tanto indebolita da’ colpi delle artiglierie che senza nuova riparazione non si poteva piú difendere: ma a fatica era ritornato a unirsi col viceré che il duca di Ferrara, andatovi con nove pezzi grossi d’artiglieria, l’assaltò con tale furore che squarciato quel luogo piccolo in molte parti vi entrò per forza il dí medesimo: ammazzati, parte nel combattere parte per vendicare la morte de’ suoi, il capitano con tutti i fanti; ed egli percosso di un sasso in sulla testa, benché per la difesa della celata non gli facesse nocumento. Eransi intratanto raccolte a Imola tutte le genti cosí ecclesiastiche come spagnuole, potenti di numero e di virtú di soldati e di valore di capitani; perché per il re d’Aragona vi erano, cosí divulgava la fama, mille uomini d’arme ottocento giannettari e ottomila fanti spagnuoli, e oltre alla persona del viceré molti baroni del reame di Napoli, de’ quali il piú chiaro per fama e per perizia d’arme era Fabrizio Colonna, che aveva il titolo di governatore generale; perché Prospero Colonna, sdegnandosi d’avere a stare sottoposto nella guerra a’ comandamenti del viceré, aveva ricusato d’andarvi. Del pontefice vi erano ottocento uomini d’arme ottocento cavalli leggieri e [otto] mila fanti italiani, sotto Marcantonio Colonna, Giovanni Vitelli, Malatesta Baglione, figliuolo di Giampagolo, Raffaello de’ Pazzi e altri condottieri, sottoposti tutti all’ubbidienza del cardinale de’ Medici legato; né avevano capitano generale, perché..., duca di Termini, eletto dal pontefice come confidente al re d’Aragona, era, venendo all’esercito, morto a Civita Castellana; e il duca di Urbino, solito a ottenere questo grado, non veniva, o perché cosí fusse piaciuto al pontefice o perché non reputasse essere cosa degna di lui l’ubbidire, massimamente nelle terre della Chiesa, al viceré capitano generale di tutto l’esercito de’ confederati. Con queste genti, provedute abbondantemente d’artiglierie condotte quasi tutte del regno di Napoli, si deliberò di porre il campo a Bologna, non perché non si conoscesse impresa molto difficile, per la facilitá che avevano i franzesi di soccorrerla, ma perché niuna