Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/169

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libro decimo - cap. ix 163

cosa generò credenza ferma negli inimici esso avere deliberato di non venire piú innanzi, perché non pareva verisimile che se altrimenti avesse in animo ne separasse da sé una parte; e tale era veramente la sua intenzione, perché, stimando questi sussidi essere sufficienti a difendere Bologna, non voleva senza necessitá tentare la fortuna del combattere. Finita in ultimo la mina e stando l’esercito armato per dare incontinente la battaglia, la quale perché si desse con maggiori forze era stata richiamata l’antiguardia, fece il Navarra dare il fuoco alla mina. La quale con grandissimo impeto e romore gittò talmente in alto la cappella che, per quello spazio che rimase tra ’l terreno e il muro gittato in alto, fu da quegli che erano fuora veduta apertamente la cittá dentro e i soldati che stavano preparati per difenderla; ma subito scendendo in giú, ritornò il muro intero nel luogo medesimo onde la violenza del fuoco l’aveva sbarbato, e si ricongiunse insieme come se mai non fusse stato mosso: onde non si potendo assaltare da quella parte, i capitani giudicorno non si dovere dare [la battaglia] solamente dall’altra. Attribuirono questo caso i bolognesi a miracolo, riputando impossibile che senza l’aiutorio divino fusse potuto ricongiugnersi cosí appunto ne’ medesimi fondamenti; onde fu dipoi ampliata quella cappella, e frequentata con non piccola divozione del popolo.

Inclinò questo successo Fois, come se non piú fusse da temere di Bologna, a andare verso Brescia, perché aveva notizia che l’esercito viniziano si moveva verso quella cittá; della quale, per avervi, per il pericolo di Bologna, lasciati i provedimenti deboli e perché dubitava che dentro fussino occulte fraudi, non mediocremente temeva. Ma i prieghi de’ capitani che erano in Bologna, ora dimostrando continuare il pericolo maggiore che prima se si partiva, ora dandogli speranza, se vi entrava, di rompere il campo degli inimici, lo alienorno da questo proposito. Però, ancora che nel consiglio avessino contradetto quasi tutti i capitani, mossosi, inclinando giá il dí alla notte, dal Finale, la mattina seguente, non essendo piú che due ore di dí, camminando con tutto l’esercito