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28 storia d'italia

appresso al porto di Genova. Nella quale cittá, al primo romore dello appropinquarsi degli inimici, era entrato in favore del re di Francia con ottocento uomini del paese il figliuolo di Gianluigi dal Fiesco, e con numero non minore uno nipote del cardinale del Finale; per i quali presidi essendo confermata la cittá non vi si fece dentro movimento alcuno: onde cessata la speranza principale de’ fuorusciti e del pontefice, e sopravenendovi tuttavia gente di Lombardia e della riviera di ponente, ed essendo entrato nel porto Preianni con sei galee grosse, parve senza frutto e non senza pericolo il dimorarvi piú; in modo che e l’armata di mare e il Colonna per terra si ritirorono a Rapalle, tentato nel ritorno di occupare Portofino, dove fu morto Francesco Bollano, padrone di una galea de’ viniziani. E partendosi dipoi l’armata per ritirarsi a Civitavecchia, Marcantonio Colonna, non confidando di potere condursi salvo per terra perché era sollevato tutto il paese, ardente, secondo l’usanza de’ villani, contro a’ soldati quando disfavorevolmente si ritirano, montato in su le galee con sessanta cavalli de’ migliori, rimandò gli altri per terra alla Spezie; i quali furono, la maggiore parte, in quel di Genova, dipoi in quel di Lucca e ne’ confini de’ fiorentini, svaligiati. Passò questo assalto con piccola laude di Grillo e di Ottaviano, perché per timore si astennono da investire l’armata di Preianni, alla quale superiori, si credette che innanzi entrasse nel porto l’arebbono con vantaggio grande assaltata. Uscí del porto di Genova, dopo la partita loro, il Preianni con sette galee e quattro navi, seguitando l’armata viniziana; la quale, superiore di galee, era inferiore di numero di navi e meglio armate. Toccò l’una e l’altra all’isola dell’Elba, la viniziana in Portolungaro, la franzese in Portoferrato; e dipoi l’armata franzese, costeggiata la inimica insino al monte Argentaro, si ritornò a Genova.

Erano in questo tempo le genti del pontefice, sotto il duca d’Urbino, entrate contro al duca di Ferrara in Romagna; dove, avendo preso la terra di Lugo, Bagnacavallo e tutto quello che il duca teneva di qua dal Po, erano a campo alla rocca