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tutte le forze del pontefice e del re cattolico, dalle quali dependeva la salute di tutti gli stati loro; perché si sapeva pure che una grande parte aveva fatto la pace col re di Francia, e che tra questi e gli altri che repugnavano erano molte contenzioni. Finalmente fu deliberato che il giorno prossimo tutti due gli eserciti, espediti, senza alcuna bagaglia, passassino il Po, lasciate bene guardate Parma e Piacenza per timore dello esercito viniziano; i cavalli leggieri del quale avevano, in quegli dí, scorso e predato per il paese. La quale [deliberazione], secondo che allora credettono molti, da niuna delle parti fu fatta sinceramente; pensando ciascuno, col simulare di volere passare, trasferire la colpa nell’altro senza mettere se stesso in pericolo: perché il viceré, insospettito per la andata di Cintio e sapendo quanto artificiosamente procedeva nelle sue cose il pontefice, si persuadeva la volontá sua essere che Lorenzo non procedesse piú oltre; e Lorenzo, considerando quanto malvolentieri il viceré metteva quello essercito in potestá della fortuna, faceva di altri quel giudicio medesimo che da altri era fatto di sé. Cominciorno dopo il mezzogiorno a passare per il ponte le genti spagnuole, dopo le quali doveano incontinente passare gli ecclesiastici; ma avendo per il sopravenire della notte differito necessariamente alla mattina seguente, non solamente non passorno ma il viceré ritornò con l’esercito di qua dal fiume, per la relazione di quattrocento cavalli leggieri i quali, mandati parte dell’uno parte dell’altro esercito per sentire degli andamenti degli inimici, rapportorno che il dí dinanzi erano entrate in Lodi cento lancie de’ franzesi: donde ritornati il viceré e Lorenzo agli alloggiamenti primi, l’Alviano andò coll’esercito suo a Lodi.

Il re, in questo tempo medesimo, andò da Marignano ad alloggiare a San Donato tre miglia appresso a Milano; e i svizzeri si ridussono tutti a Milano; tra i quali, essendo una parte aborrenti dalla guerra gli altri alieni dalla concordia, si facevano spessi consigli e molti tumulti. Finalmente, essendo congregati insieme, il cardinale sedunense, che ardentissimamente confortava il perseverare nella guerra, cominciò con