Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/369

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libro duodecimo - cap. xv 363

caldissime parole a stimolargli che senza piú differire uscissino fuora il giorno medesimo ad assaltare il re di Francia, non avendo tanto innanzi agli occhi il numero de’ cavalli e delle artiglierie degli inimici che perturbasse la memoria della ferocia de’ svizzeri e delle vittorie avute contro a’ franzesi.

— Dunque — disse Sedunense — ha la nazione nostra sostenuto tante fatiche, sottopostasi a tanti pericoli, sparso tanto sangue, per lasciare in uno dí solo tanta gloria acquistata, tanto nome, agli inimici stati vinti da noi? Non son questi quegli medesimi franzesi che accompagnati da noi hanno avute tante vittorie? abbandonati da noi sono sempre stati vinti da ciascuno? Non sono questi quegli medesimi franzesi che da piccola gente de’ nostri furono l’anno passato rotti, con tanta gloria, a Novara? Non sono eglino quegli che spaventati dalla nostra virtú, confusi dalla loro grandissima viltá, hanno esaltato insino al cielo il nome degli elvezi, chiaro quando eravamo congiunti con loro, ma fatto molto piú chiaro poi che ci separammo da loro? Non avevano quegli che furono a Novara né cavalli né artiglierie, avevano la speranza propinqua del soccorso, e nondimeno, credendo a Mottino, ornamento e splendore degli elvezi, assaltatigli valorosamente a’ loro alloggiamenti, andati a urtare le loro artiglierie, gli roppono, ammazzati tanti fanti tedeschi che nella uccisione loro straccorono l’armi e le braccia: e voi credete che ora ardischino di aspettare quarantamila svizzeri, esercito sí valoroso e sí potente che sarebbe bastante a combattere alla campagna con tutto il resto del mondo unito insieme? Fuggiranno, credetemi, alla sola fama della venuta nostra; non avendo avuto ardire di accostarsi a Milano per confidenza della loro virtú ma solo per la speranza delle vostre divisioni. Non gli sosterrá la persona o la presenza del re, perché, per timore di non mettere in pericolo o la vita o lo stato, sará il primo a cercare di salvare sé e dare esempio agli altri di fare il medesimo. Se con questo esercito, cioè con le forze di tutta Elvezia, non ardirete di assaltargli, con quali forze vi rimarrá egli speranza di potere resistere loro? A che fine siamo noi scesi in Lombardia, a che