Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/376

Da Wikisource.
370 storia d'italia

disposizione i svizzeri e, variando loro, che in luogo suo si conducessino fanti tedeschi, nondimeno, parendogli le provisioni non potere essere se non tarde a’ pericoli suoi e che il primo percosso aveva a essere egli, perché, quando bene la riverenza della Chiesa facesse che il re si astenesse da molestare lo stato ecclesiastico, non credeva bastasse a farlo ritenere da assaltare Parma e Piacenza, come membri attenenti al ducato di Milano, e da molestare lo stato di Firenze, nel quale cessava ogni rispetto, ed era offesa sí stimata dal pontefice quanto se offendesse lo stato della Chiesa. Né era vano il suo timore, perché giá il re aveva fatto ordinare il ponte in sul Po presso a Pavia per mandare a pigliare Parma e Piacenza; e prese quelle cittá, quando il pontefice stesse renitente all’amicizia sua, mandare per la via di Pontriemoli a fare pruova di cacciare i Medici dello stato di Firenze. Ma giá, per commissione sua, il duca di Savoia e il vescovo di Tricarico suo nunzio trattavano col re; il quale, sospettoso ancora di nuove unioni contro a sé e inclinato alla reverenza della sedia apostolica per lo spavento che era in tutto il regno di Francia delle persecuzioni avute da Giulio, era molto desideroso dello accordo. Però fu prestamente conchiuso tra loro confederazione a difesa degli stati d’Italia, e particolarmente: che il re pigliasse la protezione della persona del pontefice e dello stato della Chiesa, di Giuliano e di Lorenzo de’ Medici e dello stato di Firenze; desse stato in Francia e pensione a Giuliano, pensione a Lorenzo e la condotta di cinquanta lancie; consentisse che il pontefice desse il passo per lo stato della Chiesa al viceré di tornare con l’esercito nel regno di Napoli; fusse tenuto il pontefice levare di Verona e dallo aiuto di Cesare contro a’ viniziani le genti sue; restituire al re di Francia le cittá di Parma e di Piacenza, ricevendo in ricompenso dal re che il ducato di Milano fusse tenuto a levare per uso suo i sali da Cervia, che si calcolava essere cosa molto utile per la Chiesa, e giá il pontefice nella confederazione fatta col duca di Milano aveva convenuto seco questo medesimo; che si facesse compromesso nel duca di Savoia se i fiorentini avevano contrafatto alla confe-