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372 storia d'italia

proposta dal re ma desiderata dall’uno e dall’altro di loro: dal re, per stabilire meglio questa amicizia, per assicurare le cose degli amici che aveva in Italia, e perché sperava, con la presenza sua e con offerire stati grossi al fratello del pontefice e al nipote, ottenere di potere con suo consentimento assaltare, come ardentissimamente desiderava, il reame di Napoli; dal pontefice, per intrattenere con questo officio, o con la maniera sua efficacissima a conciliarsi gli animi degli uomini, il re mentre che era in tanta prosperitá, nonostante che da molti fusse dannata tale deliberazione come indegna della maestá del pontificato, e come se convenisse che il re, volendo abboccarsi seco, andasse a trovarlo a Roma. Alla quale cosa egli affermava condiscendere per desiderio di indurre il re a non molestare il regno di Napoli durante la vita del re cattolico; la quale, per essere egli, giá piú di uno anno, caduto in mala disposizione del corpo, era comune opinione avesse a essere breve.

Travagliavasi in questo mezzo Pietro Navarra intorno al castello di Milano; e insignoritosi di una casamatta del fosso del castello per fianco verso porta Comasina, e accostatosi con gatti e travate al fosso e alla muraglia della fortezza, attendeva a fare la mina in quel luogo: e levate le difese ne cominciò poi piú altre; e tagliò con gli scarpelli, da uno fianco della fortezza, grande pezzo di muraglia e messela in su i puntelli, per farla cadere nel tempo medesimo che si desse fuoco alle mine. Le quali cose, benché, secondo il giudicio di molti, non bastassino a fargli ottenere il castello se non con molta lunghezza e difficoltá, e giá s’avesse certa notizia i svizzeri prepararsi, secondo la determinazione fatta nella dieta di Zurich, per soccorrerlo; nondimeno, essendo nata pratica tra Giovanni da Gonzaga condottiere del duca di Milano, che era in castello, e il duca di Borbone parente suo, e dipoi intervenendo nel trattare col duca di Borbone Ieronimo Morone e due capitani de’ svizzeri che erano nel castello, si conchiuse, con grande ammirazione di tutti, il quarto dí di ottobre; con imputazione grandissima di Ieronimo Morone, che o per troppa