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libro duodecimo - cap. xvii 375

davano, salvocondotto a Marcantonio Colonna; dicendo non essere conveniente che chi vivo non aveva mai avuto paura degli inimici, morto facesse segno di temergli. A Vinegia fu, per decreto publico, seppellito con grandissimo onore nella chiesa di Santo Stefano, dove ancora oggi si vede il suo sepolcro; e la orazione funebre fece Andrea Novagiero gentil uomo viniziano, giovane di molta eloquenza. Capitano, come ciascuno confessava, di grande ardire ed esecutore con somma celeritá delle cose deliberate, ma che molte volte, o per sua mala fortuna o, come molti dicevano, per essere di consiglio precipitoso, fu superato dagli inimici: anzi, forse, dove fu principale degli eserciti non ottenne mai vittoria alcuna.

Per la morte dell’Alviano, il re, ricercato da’ viniziani, concedette a governo dello esercito loro il Triulzio; desiderato per la sua perizia e riputazione nella disciplina militare e perché, per la inclinazione comune della fazione guelfa, era sempre stato intratenimento e benivolenza tra lui e quella republica. Il quale mentre che andava allo esercito, le genti de viniziani espugnorono Peschiera; ma innanzi l’espugnassino roppono alcuni cavalli e trecento fanti spagnuoli che andavano per soccorrerla, e di poi ricuperorno Asola e Luná, abbandonate dal marchese di Mantova.

Alla venuta del Triulzio si pose, per gli stimoli del senato, il campo a Brescia; avvenga che l’espugnazione senza l’esercito franzese paresse molto difficile, perché la terra era forte e dentro mille fanti tra tedeschi e spagnuoli, stati costretti a partirsi numero grandissimo de’ guelfi e imminente giá la vernata, e il tempo dimostrarsi molto sottoposto alle pioggie. Né ingannò l’evento della cosa il giudicio del capitano: perché avendo cominciato a battere le mura con le artiglierie, piantate in sul fosso dalla parte onde esce la Garzetta, quegli di dentro che spesso uscivano fuora, spinti una volta mille cinquecento fanti tra tedeschi e spagnuoli ad assaltare la guardia della artiglieria, alla quale erano deputati cento uomini d’arme e seimila fanti, e battendogli anche con la scoppietteria, distesa per questo in su le mura della terra, gli messeno facil-