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dai cinque cantoni e diecimila fanti tra spagnuoli e tedeschi, venne per la via di Trento a Verona; onde l’esercito franzese e viniziano, lasciate bene custodite Vicenza e Padova, si ridusse a Peschiera, affermando volere vietare a Cesare il passare del fiume del Mincio: ma non corrispose, come spesso accade, l’esecuzione al consiglio, perché come sentirno gli inimici approssimarsi, non avendo alla campagna quella audacia a eseguire che aveano avuta ne’ padiglioni a consigliare, passato Oglio, si ritirorono a Cremona, crescendo la riputazione e lo ardire allo inimico e togliendolo a se stessi. Fermossi Cesare, o per cattivo consiglio o tirato dalla mala fortuna sua, a campo ad Asola, custodita da cento uomini d’arme e quattrocento fanti de’ viniziani; ove consumò vanamente piú giorni: il quale indugio si credé certissimamente che gli togliesse la vittoria. Partito da Asola passò il fiume dell’Oglio a Orcinuovi, e gli inimici, lasciati in Cremona trecento lancie e tremila fanti, si ritirorno di lá dal fiume dell’Adda con pensiero di impedirgli il passare; per la ritirata de’ quali tutto il paese che è tra l’Oglio e il Po e l’Adda si ridusse a divozione di Cesare, eccettuate Cremona e Crema, l’una guardata da’ franzesi l’altra da viniziani. Seguitavano Cesare il cardinale sedunense e molti fuorusciti del ducato di Milano e Marcantonio Colonna soldato del pontefice con [dugento] uomini d’arme: per le quali cose cresceva tanto piú il timore de’ franzesi, la maggiore parte della speranza de’ quali si riduceva se diecimila svizzeri, a’ quali era stato numerato lo stipendio di tre mesi, non tardavano piú a venire. Passato l’Oglio, si accostò Cesare al fiume dell’Adda per passarla a Pizzichitone; dove trovando difficoltá venne a Rivolta, stando i franzesi a Casciano di lá dal fiume. I quali il dí seguente, non essendo venuti i svizzeri e possendosi l’Adda guadare in piú luoghi, si ritirorono a Milano; non senza infamia di Lautrech, che aveva publicato e scritto al re che impedirebbe a Cesare il passo di quello fiume: al quale, passato senza ostacolo, s’arrendé subito la cittá di Lodi. Accostatosi a Milano a poche miglia, mandò uno araldo a dimandare la terra, minacciando i mila-