Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/51

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libro nono - cap. x 45

loniere della Chiesa, si conducesse con titolo di capitano generale agli stipendi de’ viniziani, partecipando il pontefice in questa condotta con cento uomini d’arme e con mille dugento fanti, ma con patto che questa cosa si tenesse occulta; ricercando cosí il marchese, sotto colore di essere necessario che prima riordinasse e provedesse il paese suo, acciò che i franzesi avessino minore facilitá di offenderlo, ma in veritá perché il marchese, sottomettendosi a questo peso non per volontá ma per necessitá delle promesse fatte, cercava di interporre tempo all’esecuzione per potere, con qualche occasione che sopravenisse, liberarsene.

Ma l’ardore che aveva il pontefice di offendere altri si convertí in necessitá di difendere le cose proprie, la quale sarebbe stata ancora piú presta e maggiore se nuovi accidenti non avessino costretto Ciamonte a differire le sue deliberazioni. Perché, poi che l’esercito viniziano si era levato d’intorno a Verona, Ciamonte, il quale era venuto a Peschiera per andare a soccorrere quella cittá, deliberò voltarsi subito con l’esercito alla recuperazione di Modena, dove le genti che erano a Rubiera avevano presa la terra di Formigine di assalto; il che se avesse fatto arebbe facilmente, come si crede, ottenutala, perché dentro erano piccole forze, la terra non fortificata né tutti amatori del dominio della Chiesa: ma accadde che, quando era per muoversi, i fanti tedeschi che erano in Verona, per essere mal pagati da Cesare, tumultuorno; onde Ciamonte, perché non rimanesse abbandonata quella cittá, fu costretto a soprasedere insino a tanto avesse fermato gli animi loro, per la qual cosa pagò novemila ducati per lo stipendio presente e promesse di pagargli medesimamente per il mese seguente. Ma non rimediato prima a questo disordine, sopravenne subito un altro accidente. Perché essendosi le genti de’ viniziani ritirate verso Padova, La Grotta che in suo nome era governatore di Lignago, parendogli avere occasione di saccheggiare la terra di Montagnana, vi spinse tutte le lancie e quattrocento fanti; da’ quali mentre che gli uomini della terra, impauriti del sacco, si difendono, sopravenneno molti