Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/57

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libro nono - cap. xi 51

ricoli delle guerre ma all’ozio e alle dilicatezze di Roma. Correvano i cardinali mestissimi al pontefice, lamentandosi che avesse condotto sé, la sedia apostolica e loro in tanto pericolo, e aggravandolo con somma instanza o che facesse provedimenti bastanti a difendersi (il che in tanta brevitá di tempo stimavano impossibile) o che tentasse di comporre con condizioni meno gravi che fusse possibile le cose cogli inimici, i quali si giudicava non doverne essere alieni, o che insieme con loro si partisse da Bologna; considerando almeno, se pure il pericolo proprio non lo moveva, quanto importasse all’onore della sedia apostolica e di tutta la cristiana religione se nella persona sua accadesse sinistro alcuno: del medesimo lo supplicavano tutti i piú intrinsechi e piú grati ministri e servitori suoi. Egli solo, in tanta confusione e in tanto disordine di ogni cosa, incerto dell’animo del popolo e mal sodisfatto della tarditá de’ viniziani, resisteva pertinacemente a queste molestie; non potendo neanche la infermitá che conquassava il corpo piegare la fortezza dell’animo. Aveva nel principio fatto venire Marcantonio Colonna con una parte de’ soldati che erano a Modona, e chiamato a sé Ieronimo Donato imbasciadore de’ viniziani, si era con esclamazioni ardentissime lamentato che per la tarditá degli aiuti promessigli tante volte si era lo stato e la persona sua condotta in tanto pericolo; non solamente con ingratitudine abominevole in quanto a lui, che principalmente per salvargli aveva presa la guerra e che, con gravissime spese e pericoli e con l’aversi provocati inimici lo imperadore e il re di Francia, era stato cagione che la libertá loro si fusse conservata insino a quel dí, ma oltre a questo con imprudenza inestimabile in quanto a se stessi, perché, dappoi che egli o fusse vinto o necessitato di cedere a qualche composizione, in che speranza di salute in che grado rimarrebbe quella republica? protestando in ultimo con ardentissime parole che farebbe concordia co’ franzesi se per tutto il dí seguente non entrava in Bologna il soccorso delle loro genti che erano alla Stellata; avendo, per la difficoltá di gittare il ponte, passato in su varie barche e legni il