Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/109

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libro quartodecimo - cap. v 103

questo esercito il duca di Urbino e Marcantonio Colonna, questo come soldato del re ma senza titolo e senza compagnia, l’altro dietro alle speranze comuni de’ fuorusciti. Aspettava ancora seimila svizzeri concedutigli da’ cantoni, che erano in cammino, ma secondo l’uso loro procedevano lentamente e con molte difficoltá; i quali come fussino uniti seco non arebbe, per soccorrere Parma, ricusato di tentare la fortuna della battaglia: però, sollecitandogli e aspettandogli, soggiornava per il cammino, non si discostando dalle ripe del Po. Ma dubitando che in questo mezzo il fratello non convenisse con gli inimici, avea mandato a scusare la tarditá, proceduta per aspettare maggiore numero di svizzeri, i quali erano giá propinqui, e perché quegli che erano seco aveano fatto difficoltá di passare il Po; nondimeno, che al piú lungo il quinto dí di settembre verrebbe in luogo vicino a Parma, e ne farebbe segno con piú tiri di artiglieria; e il dí seguente si accosterebbe piú presso agli inimici per combattergli, mandando qualche cavallo a scaramucciare, acciò che anche egli avesse facoltá di uscire a unirsi con loro: alla quale cosa lo Scudo lo sollecitava, affermando non potersi tenere piú che due o tre dí in quella parte della terra, e poi, di lá dal fiume, due altri dí; perché la terra era grande e debole, né gli restare piú di dumila fanti perché moltissimi ne erano partiti, né potere le genti d’arme, non essendo piú che trecento lancie, le quali portavano il peso di tutte le fatiche, resistere se fussino assaltate da piú parti. Venne di poi, il dí che aveva promesso di accostarsi agli inimici, a Zibello, castello vicino a Parma meno di venti miglia, onde mandò quattrocento cavalli a correre insino in su gli alloggiamenti degli inimici: l’opere de’ quali essendo condotte insino alla muraglia, e dipoi voltate al luogo nel quale si avea a dare il fuoco, il conte Guido Rangone co’ fanti italiani, de’ quali era capitano generale, cominciò a piantare l’artiglierie dall’altra parte della muraglia. Ma i franzesi, sentito lo strepito che si faceva nel maneggiarle, abbandonato due ore innanzi dí il Codiponte, si ritirorno ordinatamente e senza tumulto insieme con le loro artiglierie di lá dal fiume.