Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/145

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libro quartodecimo - cap. x 139

loro non essere piú a tempo a tentare altri rimedi, si lasciorono da parte i ragionamenti dello accordarsi, e fu necessario attendere alla difesa: perché una parte degli inimici, avendo quantitá grandissima di scale, raccolta il dí dinanzi del paese, si erano accostati a uno bastione che, dalla parte di verso il Po, aveva fatto fare Federigo, quando, partito il campo degli ecclesiastici, rimase alla custodia di Parma; e lo combattevano virilmente; e nel tempo medesimo un’altra parte dava l’assalto molto feroce alla porta che va a Reggio, e medesimamente si combatteva in due altri luoghi: con tanta piú difficoltá del difendersi, quegli di dentro, quanto gli inimici erano piú freschi e stimolati con le parole da’ capitani, massime da Federigo; e gli uomini della terra pieni di spavento non si accostavano, da pochissimi in fuora, alla muraglia, anzi la piú parte rinchiusi per le case, come se aspettassino di punto in punto l’estremo caso della cittá. Durorono questi assalti, rinfrescati piú volte, per spazio di quattro ore; diminuendosi sempre il pericolo di quegli di dentro, non solo per la stracchezza degli inimici, che battuti e feriti da piú bande diminuivano di animo, ma eziandio perché vedendo quegli della terra succedere la difesa felicemente, preso ardire, concorrevano di mano in mano prontamente alla muraglia, non mancando il commissario di fare sollecitamente per tutto le necessarie provisioni: talmente che, innanzi cessasse la battaglia, non solo era concorso tutto il popolo e i religiosi ancora a combattere alla muraglia, ma eziandio moltissime donne attendendo a portare vino e altri rinfrescamenti agli uomini suoi. In modo che quegli di fuora, disperati della vittoria, e ritiratisi con perdita e ferite di molti di loro nel Codiponte, la mattina seguente si levorono; e stati uno dí o due vicini a Parma se ne ritornorono di lá dal Po; asserendo Federigo, nessuna cosa in questa espedizione, della quale era stato autore, averlo ingannato se non il non avere creduto che uno governatore, non uomo di guerra e venuto nuovamente in quella cittá, avesse, essendo morto il pontefice, voluto piú presto, senza alcuna speranza di profitto, esporsi al pericolo che cercare di salvarsi, potendo farlo senza suo disonore o infamia alcuna.