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a Gentile, per il parentado che aveva co’ figliuoli di Giampaolo, e proponendosi condizioni poco sicure per lui, si trattò invano: in modo che, penultimo dí dell’anno, il duca di Urbino, Malatesta e Orazio Baglioni e Cammillo Orsino, il quale seguitato da alcuni volontari si era di nuovo unito con loro, andorono ad alloggiare al Ponte a San Ianni; donde, distesisi quivi alla Bastia e luoghi vicini, infestavano dí e notte la cittá di Perugia; ove, oltre a cinquecento fanti condotti da Gentile, vi aveano messi i fiorentini (a’ quali l’essersi il duca voltato a Pesero dette spazio di provederla), dumila fanti, cento cavalli leggieri sotto Guido Vaina e centoventi uomini d’arme e cento cavalli leggieri sotto Vitello.

Nel quale tempo, nello stato di Milano si stava con sommo ozio; non si facendo da alcuna delle parti altro che prede e correrie: le quali per fare ancora ne’ luoghi tenuti dalla Chiesa avevano i franzesi, restati in Cremona con dumila fanti, gittato il ponte in sul Po, per il quale passando spesso nel piacentino e nel parmigiano molestavano tutto il paese. E benché Prospero, stimolato dagli altri capitani, publicasse di volere andare a pigliare Trezzo, e giá avesse inviato l’artiglierie, nondimeno non lo messe a effetto, allegando non essere a proposito che l’esercito fusse impegnato in luogo alcuno, per potere soccorrere lo stato della Chiesa se i franzesi avessino cominciato a farvi progresso alcuno; cosa nella quale pareva che avesse i pensieri diversi dalle parole, perché significatagli l’andata del campo a Parma, non fatto segno alcuno di volerla soccorrere, disse essere necessario aspettare l’evento. Anzi, essendo rimasta Piacenza abbandonata di ogni presidio, perché i svizzeri zuricani per comandamento de’ loro signori se ne partirono subitamente, Prospero fece grandissima diligenza perché il marchese di Mantova con le sue genti non si partisse da Milano; il quale, fermatosi in Piacenza, sostenne con somma laude, co’ fanti del suo dominio e col prestare qualche volta danari, quella cittá.

Né si provedeva a tanti pericoli per la elezione del nuovo pontefice; la quale, con tanto pregiudicio dello stato ecclesia-