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alla guardia della quale restorno [dumila] fanti col marchese di Mantova, (il quale, negando d’allontanarsi tanto dallo stato della Chiesa, recusò di procedere piú oltre), e camminando per altra strada che per la diritta, fu raccolto a Sesto da Prospero; il quale, uscitogli incontro con una parte delle genti, lo condusse a Milano: dove è incredibile a dire con quanta letizia fusse ricevuto dal popolo milanese, rappresentandosi innanzi agli occhi degli uomini la memoria della felicitá con la quale era stato quel popolo sotto il padre e gli altri duchi Sforzeschi, e desiderando sommamente d’avere uno principe proprio come piú amatore de’ popoli suoi, come piú costretto ad avere rispetto e fare estimazione de’ sudditi né disprezzargli per la grandezza immoderata.

La partita del duca da Pavia dette speranza a Lautrech di potere espugnare quella cittá; però, raccolto subitamente l’esercito, vi andò a campo; e da altra parte Prospero, conoscendo il pericolo manifesto, vi mandò con somma celeritá mille fanti còrsi e alcuni fanti spagnuoli: i quali giunti allo improviso in su gli alloggiamenti dello esercito franzese, passati per quello, parte combattendo parte camminando, e ammazzatine molti, si ridussono salvi in Pavia; dove oltre all’altre incomoditá era carestia grande di polvere di artiglierie. Batteva intanto Lautrech le mura di Pavia da due parti, cioè al borgo di Santa Maria in Pertica verso il Tesino e a Borgoratto; e avendo gittato in terra trenta braccia di muro, dicono alcuni che a’ dieci dí dette l’assalto invano, altri che non lo tentò, veduto quegli di dentro bene ripararsi e disposti a difendersi. Aggiugnevansegli molte difficoltá: l’essere giá cominciati a mancare i danari i quali il gran maestro aveva condotti di Francia; carestia non piccola di vettovaglie, causata dalle pioggie grandissime per le quali era molto difficile il venirne all’esercito per terra né manco difficile il venirne su per il Tesino, perché le barche urtate dall’acque del fiume troppo grosse non potevano andare innanzi contro all’impeto del suo corso. Nel quale tempo Prospero, uscito con tutto lo esercito di Milano per accostarsi a Pavia, impedito dalle pioggie me-