Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/211

Da Wikisource.

libro quintodecimodecimo - cap. v 205

il collo al duca: e movevano Prospero con maggiore ardire a questa cosa, oltre alla causa publica, le cupiditá private l’amicizia con Alfonso da Esti il desiderio comune a tutti i baroni romani di deprimere la grandezza de’ pontefici e la speranza che, alienata Modona e Reggio dalla Chiesa, Parma e Piacenza piú agevolmente al duca di Milano pervenissino. La qual cosa, mentre che secretissimamente si trattava, pervenuta agli orecchi del conte Guido e da lui manifestata al Guicciardino, conobbe non potersi in alcuno modo interrompere se non si persuadeva a’ capitani spagnuoli (i quali bene trattati e largamente pagati stavano volentieri in quella cittá) che, allegando non essere sottoposti all’autoritá di Prospero Colonna insino a tanto non fussino pervenuti allo esercito, recusassino di partirsi da Modona se non per comandamento del duca di Sessa, per il cui comandamento entrati vi erano; con saputa del quale benché il governatore tenesse per certo trattarsi questa cosa, si persuadeva che, essendo oratore di Cesare a Roma e reclamando il collegio, non solamente si vergognerebbe a dare tale commissione ma non potrebbe negare, alla richiesta de’ cardinali, di comandare apertamente il contrario. E succedette la cosa appunto secondo il disegno. Perché, quando Prospero mandò a comandare al conte Guido e agli spagnuoli che andassino per le necessitá della guerra a Milano, il conte si scusò con molte ragioni allegando essere suddito della Chiesa e modonese, e i capitani spagnuoli, persuasi da lui e dal governatore, risposono a niuno altro che al duca di Sessa dovere in tal cosa ubbidire: le quali cose significate dal governatore al collegio de’ cardinali, chiamato subito al conclave il duca di Sessa, egli, non volendo rendere sospetto sé e per conseguente Cesare, non potette negare di non comandare per sue lettere a quegli capitani che non partissino. Anzi, come spesso succedono le cose contrarie a’ pensieri degli uomini, ne succedette che, leggendosi nel collegio certe lettere di Prospero intercette dal governatore, per le quali si palesava tutto il progresso della cosa, i cardinali aderenti al re di Francia, per l’opposizione de’ quali si difficultavano prima le provisioni de’