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libro quintodecimodecimo - cap. vii 217

poi il marchese di Pescara, il quale, disposto a non militare sotto Prospero Colonna, non prima che nell’estremitá della sua vita era venuto alla guerra, avendo notizia che nella terra di Robecco alloggiavano con monsignore di Baiardo quattrocento cavalli leggieri e molti fanti, chiamato in compagnia Giovanni de’ Medici, assaltatigli improvisamente, presa la maggiore parte degli uomini e de’ cavalli, e dissipati e messi in fuga gli altri, ritornò subito a Milano, per non dare tempo agli inimici, che erano a Biagrassa, di seguitarlo: lodato in questo fatto di industria e di ardore ma molto piú di celeritá, perché Robecco, distante non piú che due miglia da Biagrassa, è distante da Milano, donde erano partiti, diciassette miglia.

Ridotte a questo grado le cose della guerra, che la speranza de’ franzesi consisteva che agli inimici avessino a mancare danari, quella degli imperiali che a’ franzesi avessino a mancare le vettovaglie, perché non speravano potergli cacciare per forza dello alloggiamento fortissimo di Biagrassa, e nondimeno aspettando ciascuno soccorso, questi de’ fanti tedeschi quegli de’ svizzeri e altri fanti, l’ammiraglio, fatto abbruciare Rosa, ritirò quelle genti a Biagrassa, attendendo per incomodare gli inimici a fare correre e abbruciare tutto il paese. Ma venuti finalmente i fanti tedeschi, l’esercito imperiale, nel quale erano principali il duca di Milano il duca di Borbone il viceré di Napoli il marchese di Pescara, con mille secento uomini d’arme mille cinquecento cavalli leggieri settemila fanti spagnuoli dodicimila tedeschi e mille cinquecento italiani, lasciati alla guardia di Milano quattromila fanti, andò ad alloggiare a Binasco; ove, non molti dí poi, si uní con loro il duca di Urbino con secento uomini d’arme secento cavalli leggieri e seimila fanti de’ viniziani. Nel quale tempo il castello di Cremona, non potendo piú resistere alla fame e avendo Federigo da Bozzole, che era in Lodi, tentato invano di soccorrerlo, s’arrendé agli imperiali. Andò dipoi l’esercito a Casera, terra propinqua a cinque miglia a Biagrassa; dove l’ammiraglio, il quale aveva distribuito tra Lodi, Novara e