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medesima che il legato ebbe questa notizia si levorono dalla Pergola, e venuti a Montelione e giá cominciato a farvi lo alloggiamento per stare quivi la notte, avuti avvisi nuovi che la prestezza degli inimici riusciva maggiore di quello che si erano persuasi, e che mandava innanzi mille cavalli con un fante in groppa per uno, acciò che, costrignendogli a camminare piú lentamente, avesse tempo l’esercito a sopragiugnergli, andorono sette miglia piú innanzi, a uno luogo detto il Bosco; donde partiti la mattina seguente innanzi al giorno, si ridussono la sera a Fano; avendo giá quasi alla coda i cavalli degli inimici, venuti con tanta prestezza che se solamente quattro ore fusse stata piú tarda la ritirata non sarebbe stato senza difficoltá il fuggire la necessitá del combattere.


VII

Congiura del cardinale Alfonso Petrucci contro il pontefice. Esami e pene dei congiurati. Nomine numerose di nuovi cardinali, di cui alcuni appartenenti a famiglie nobili romane.

Ma non procedevano in questo tempo piú felicemente le cose del pontefice nelle altre azioni che ne’ travagli della guerra: alla vita del quale insidiava Alfonso cardinale di Siena, sdegnato che il pontefice, dimenticatosi delle fatiche e de’ pericoli sostenuti giá per Pandolfo Petrucci suo padre perché i fratelli e lui fussino restituiti nello stato di Firenze, e delle opere fatte da sé, insieme con gli altri cardinali giovani nel conclave, perché e’ fusse assunto al pontificato, avesse in ricompensazione di tanti benefici fatto cacciare di Siena Borghese suo fratello e lui; donde privato eziandio delle facoltá paterne non poteva sostenere splendidamente, come soleva, la degnitá del cardinalato. Però ardendo di odio, e quasi ridotto in disperazione, aveva avuto pensieri giovenili di offenderlo egli proprio violentemente con l’armi; ma ritenendolo il pericolo e la difficoltá della cosa piú che lo esempio o lo scandolo comune in tutta