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42 | storia d'italia |
In questo anno medesimo, e quasi alla fine, il re di Spagna andò, con felice navigazione, a pigliare la possessione de’ regni suoi; avendo ottenuto dal re di Francia (tra l’uno e l’altro de’ quali, palliando la disposizione intrinseca, erano dimostrazioni molto amichevoli) che gli prorogasse per sei mesi il pagamento de’ primi centomila ducati che era tenuto a dargli per l’ultimo accordo fatto tra loro: e i viniziani riconfermorono per due anni la lega difensiva, che avevano col re di Francia, col quale stando congiuntissimi tenevano poco conto dell’amicizia di tutti gli altri; in tanto che ancora non avevano mai mandato a dare l’ubbidienza al pontefice. Il quale fu molto imputato che avesse mandato legato a Vinegia Altobello vescovo di Pola, come cosa indegna della sua maestá.
IX
Séguita l’anno mille cinquecento diciotto, nel quale Italia (cosa non accaduta giá molti anni) non sentí movimento alcuno, benché minimo, di guerra. Anzi appariva la medesima disposizione in tutti i príncipi cristiani; tra’ quali, essendone autore il pontefice, si trattava, ma piú presto con ragionamenti apparenti che con consigli sostanziali, la espedizione universale di tutta la cristianitá contro a Selim principe de’ turchi: il quale aveva l’anno precedente ampliata tanto la sua grandezza che, considerando la sua potenza e non meno la cupiditá del dominare, la virtú e la ferocia, si poteva meritamente dubitare che, non prevenendo i cristiani di assaltarlo, avesse, innanzi passasse molto tempo, a voltare le armi vittoriose contro a loro.
Perché Selim, avendo innanzi compreso che Baiset suo padre, giá molto vecchio, pensava di stabilire la successione