Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/51

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libro tredicesimo - cap. ix 45

assaltare, quando fusse preparato, chi diceva Rodi, propugnacolo de’ cristiani nelle parti dell’Oriente, chi diceva il regno d’Ungheria, giá per la ferocia degli abitatori temuto da’ turchi ma in questo tempo indebolito per essere in mano d’uno re pupillo, governato da’ prelati e da’ baroni del regno discordanti tra loro medesimi. Altri affermavano essere i suoi pensieri volti tutti a Italia; come se ad assaltarla gli desse audacia la discordia de’ príncipi e il sapere quanto fusse lacerata da lunghe guerre, e lo incitasse la memoria di Maumeth suo avolo che, con potenza molto minore e con piccola armata mandata nel regno di Napoli, aveva con assalto improviso espugnata la cittá d’Otranto, e apertasi, se non gli fusse sopravenuta la morte, una porta e stabilita una sedia da vessare continuamente gli italiani.

Però il pontefice insieme con tutta la corte romana spaventato da tanto successo, e dimostrando, per provedere a sí grave pericolo, volere prima ricorrere agli aiuti divini, fece celebrare per Roma devotissime supplicazioni, alle quali andò egli co’ piedi nudi; e dipoi voltatosi a pensare e a trattare degli aiuti umani scrisse brevi a tutti i príncipi cristiani, ammonendogli di tanto pericolo e confortandogli che, deposte le discordie e contenzioni, volessino prontamente attendere alla difesa della religione e della salute comune, la quale stava continuamente sottoposta a gravissimi pericoli se con gli animi e con le forze unite di tutti non si trasferisse la guerra nello imperio del turco e assaltassesi lo inimico nella casa propria. Sopra la quale cosa essendo stati esaminati molti pareri d’uomini militari e di persone perite de’ paesi, della disposizione delle provincie e delle forze e armi di quello imperio, si risolveva essere necessario che, fatta grossissima provisione di danari con la contribuzione volontaria de’ príncipi e con imposizione universale a tutti i popoli cristiani, Cesare accompagnato dalla cavalleria degli ungheri e de’ polloni, nazioni bellicose ed esercitate in continue guerre contro a’ turchi, e con uno esercito, quale si convenisse a tanta impresa, di cavalli e di fanti tedeschi, navigasse per il Danubio nella Bossina (dicevasi