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Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/64

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58 storia d'italia

a procedere vivamente in questa impresa, promettendogli amplissimamente di favorirlo con tutta la autoritá del pontificato. Né parendogli potere fare maggiore impressione, che questa fusse la sua intenzione, che usare in questa azione uno instrumento il quale il re di Francia giudicasse dependere piú da sé che da altri, destinò subitamente nunzio suo in Germania Ruberto Orsino arcivescovo di Reggio, persona confidente al re: con commissione che, e da per sé e insieme con gli agenti che vi erano per il re, favorisse quanto poteva appresso agli elettori la sua intenzione: avvertendolo perciò a procedere o con maggiore o con minore moderazione secondo che in Germania trovasse la disposizione degli elettori e lo stato delle cose. Le quali azioni, discorse dal pontefice prudentemente e coperte con somma simulazione, arebbono avuto bisogno che nel re di Francia e ne’ ministri suoi che erano in Germania fusse stata maggiore prudenza, e ne’ ministri del pontefice maggiore gravitá e maggiore fede.

Ma mentre che queste cose si trattano con le pratiche e non con le armi, il re di Francia ordinò che Pietro Navarra uscisse in mare con una armata di venti galee e di altri legni e con quattromila fanti pagati, sotto nome di reprimere le fuste de’ mori (le quali avendo giá molti anni scorso senza ostacolo i nostri mari scorrevano in questo anno medesimo piú che mai) e di assaltare, se cosí paresse al pontefice, i mori di Africa; ma principalmente perché il pontefice, scopertosi totalmente per lui nella causa dello imperio, non avesse causa di temere delle forze del re cattolico; il quale, piú per timore che aveva di essere offeso che per desiderio che avesse di offendere altri, preparava sollecitamente una armata per mandarla alla custodia del reame di Napoli. E nondimeno, in queste diffidenze e sospetti, continuandosi tra l’uno e l’altro re nella simulazione di amicizia, si convennono in nome loro a Mompolieri il gran maestro di Francia e monsignore di Ceures, in ciascuno de’ quali consisteva quasi tutto il consiglio e l’animo del suo re, per trattare sopra lo stabilimento del matrimonio della seconda figliuola del re di Francia col re di Spagna;