Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/75

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libro tredicesimo - cap. xv 69

romana; disprezzare tutte le cose determinate ne’ concili, tutte le cose scritte da quegli che si chiamano i dottori della Chiesa, tutte le leggi canoniche e i decreti de’ pontefici, riducendosi solo al Testamento Vecchio al libro degli Evangeli agli Atti degli apostoli e a tutto quello che si comprende sotto il nome del Testamento Nuovo e alle epistole di san Paolo, ma dando a tutte queste nuovi e sospetti sensi e inaudite interpretazioni. Né stette in questi termini la insania di costui e de’ seguaci suoi, ma seguitata si può dire da quasi tutta la Germania, trascorrendo ogni dí in piú detestabili e perniciosi errori, penetrò a ferire i sagramenti della Chiesa, disprezzare i digiuni le penitenze e le confessioni; scorrendo poi alcuni de’ suoi settatori, ma diventati giá in qualche parte discrepanti dalla autoritá sua, a fare pestifere e diaboliche invenzioni sopra la eucarestia. Le quali cose, avendo tutte per fondamento la reprobazione della autoritá de’ concili e de’ sacri dottori, hanno dato adito a ogni nuova e perversa invenzione o interpretazione; e ampliatosi in molti luoghi, eziandio fuora della Germania, per contenere dottrina di sorte che, liberando gli uomini da molti precetti, trovati per la salute universale dai concili universali della Chiesa dai decreti de’ pontefici dalla autoritá de’ canoni e dalle sane interpretazioni de’ sacri dottori, gli riducono a modo di vita quasi libero e arbitrario. Sforzavasi ne’ princípi suoi di spegnere questa pestifera dottrina il pontefice, non usando per ciò i rimedi e le medicine convenienti a sanare tanta infermitá. Perché citò a Roma Martino Luther sospeselo dallo officio del predicare, e dipoi per la inobbedienza sua lo sottopose alle censure ecclesiastiche; ma non si astenne da molte cose di pessimo esempio, e che dannate ragionevolmente da lui erano molestissime a tutti: donde il procedergli contro con l’armi ecclesiastiche non diminuí appresso a’ popoli, anzi augumentò la riputazione di Martino, come se le persecuzioni nascessino piú dalla innocenza della sua vita e dalla sanitá della dottrina che da altra cagione. Mandò il pontefice molti religiosi a predicare in Germania contro a lui, scrisse molti brevi a príncipi e a prelati; ma