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era rinchiuso in Castello Santo Agnolo l’altro era in Lombardia con le genti de’ viniziani, poiché, in questa fazione ebbe consumato tre dí, si condusse, a’ quindici o a’ sedici, a Orvieto, essendo stato causa di molta dilazione il cammino preso da lui dall’alloggiamento di Cortona per andare di lá dal Tevere alla volta di Roma. A Orvieto si convenneno insieme tutti i capi dello esercito per risolvere le fazioni future. Sopra le quali il duca di Urbino, mostrato nel preambolo delle parole caldezza grande, proponeva molte difficoltá, ricordando sopra tutto il pensare alla sicurtá della ritirata se non riuscisse il soccorso del Castello; però volle statichi da Orvieto, per assicurarsi che nel ritorno non mancherebbeno di dare le vettovaglie allo esercito; e interponendo a tutte le cose lunghezza di tempo, risolvé finalmente di essere a’ diciannove a Nepi, e che il dí medesimo il marchese con le sue genti e il conte Guido co’ fanti italiani fussino a Bracciano, per andare tutti il dí seguente all’Isola, luogo lontano da Roma nove miglia: dove non furono gli eserciti (perché il duca soprastette a Nepi) prima che a’ ventidue. La quale dilazione fu causata dall’andata di Perugia, da essere stato alloggiato tre dí a’ piedi di Orvieto, e fermatosi uno dí nello alloggiamento di Nepi. La venuta de’ quali intendendosi dal pontefice, per lettere del luogotenente scrittegli da Viterbo, fu cagione che, essendo quasi conclusa la concordia tra gli imperiali e lui, recusò di sottoscrivere i capitoli, non tanto per la speranza che egli raccogliesse dalle lettere (le quali, benché scritte cautamente, gli accennavano quel che, discorrendo il passato, potesse sperare del futuro) quanto per fuggire la ignominia che alla sua o timiditá o precipitazione si potesse attribuire il non essere stato soccorso.

Era ne’ franzesi prontezza di soccorrere, e i viniziani con lettere calde augumentavano la medesima disposizione, avendone parlato ardentemente il principe nel consiglio de’ pregati; però, non restando al duca altra scusa, volle che il dí seguente si facesse la mostra di tutti gli eserciti; sperando trovare il numero diminuito in modo che gli desse giusta cagione di