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Inghilterra; benché, inteso dipoi il suo non essere stato ritenuto, lo liberò. Ed essendo giá bandita la guerra in Francia in Inghilterra e in Spagna, instava il re in Inghilterra che si rompesse comunemente la guerra in Fiandra; alla quale egli per dare principio, aveva fatto correre e predare alcune sue genti in sul paese della Fiandra: non si facendo per questo da quegli di Fiandra movimento alcuno se non per difendersi; perché madama Margherita, sforzandosi quanto poteva di estinguere le occasioni di entrare in guerra col re di Francia, non permetteva che gli uomini suoi uscissino del suo paese. Ma al re di Inghilterra era anche molestissimo l’avere la guerra co’ popoli di Fiandra: perché, non ostante che acquistandosi certe terre promessegli prima da Cesare, per sicurtá de’ danari prestati, avessino a essere consegnate a lui, nondimeno e alle entrate sue e al suo regno era di molto pregiudizio lo interrompere il commercio de’ suoi mercatanti in quella provincia; ma non potendo per le convenzioni fatte apertamente recusarlo, differiva quanto poteva, allegando che, secondo i capitoli di quella obligazione, gli era lecito tardare quaranta dí dopo la intimazione fatta, per dare tempo a’ mercatanti di ritirarsi. La quale sua volontá e la cagione essendo conosciuta dal re cristianissimo, dopo avere trattato insieme di assaltare, in luogo della guerra di Fiandra, con armate marittime le marine della Spagna, affermando il re di Francia avere intelligenza in quelle parti. Le quali cose partorirono finalmente che il re d’Inghilterra, avendo mandato in Francia il vescovo batoniense per persuadere a lasciare le imprese di lá da’ monti e a crescere le forze e la guerra d’Italia, per consigli e conforti suoi si [convenne] che, per tempo di otto mesi prossimi, si levassino le offese tra il re di Francia il re di Inghilterra e il paese di Fiandra, con gli altri stati circostanti sottoposti a Cesare: alla quale [tregua] perché il re di Francia condiscendesse piú facilmente si obligò il re di Inghilterra a pagare, ogni mese, trentamila ducati per la guerra di Italia, per la quale era finita la contribuzione promessa prima per sei mesi.