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LIBRO DECIMONONO
I
Alloggiato Lautrech con l’esercito appresso alle mura di Napoli, fu la prima consultazione se era da tentare di sforzare con lo impeto dell’artiglierie e con la virtú degli uomini quella cittá; come molti, confortando che a questo effetto si augumentasse il numero de’ fanti, consigliavano. Allegavano questi molte difficoltá per le quali non si poteva sperare di starvi intorno lungamente: la difficoltá delle vettovaglie, perché gli inimici, copiosissimi di cavalli leggieri e pronti a esercitargli, rompevano tutte le strade; ed essere incerta la speranza che Napoli avesse ad arrendersi per la fame, perché non essendo bastanti le galee del Doria a tenere serrato il porto né venendo le galee de’ viniziani, benché promesse ciascuno giorno, erano entrate da Gaeta in Napoli, che pativa di macinato, quattro galee cariche di farine, e ve ne entrava ciascuno dí degli altri legni; vedersi fredde le provisioni de’ viniziani, i quali, per conto de’ ventiduemila ducati che gli pagavano ciascuno mese, erano giá debitori di sessantamila ducati; essergli somministrati parcamente i danari di Francia;