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dove era Cammillo Pardo con quattrocento fanti, che se ne era uscito prima con promessa di tornare; ma o temendo perché non vi era vino e tolto l’acqua, e discordia tra la terra e i fanti, o per altra cagione, non solo non vi tornò ma non mandò anche loro tutti i denari che gli mandorono i fiorentini per sostentare quel luogo: però i fanti se ne uscirono per le mura, e la terra si arrendé. E si temeva che Oranges non passasse in Toscana a instanza del pontefice.

In quale, riconvaluto di pericolosissima benché breve infermitá, non desisteva di trattare e di dare speranza a ciascuno. Perché a’ franzesi prometteva aderire alla lega se gli era restituita Ravenna e Cervia, componendo eziandio con oneste condizioni co’ fiorentini e col duca di Ferrara; il quale, nel pagamento de’ danari a Lautrech, aveva affermato pagargli per sua liberalitá non giá perché fusse obligato, non avendo il pontefice ratificato. Da altra parte, avendo recuperato, benché con grossi beveraggi, per la commissione portata dal cardinale di Santa Croce, le fortezze di Ostia e di Civitavecchia, aveva pratiche piú occulte e piú fidate con Cesare; trattando piú insieme le cose particolari che le universali della pace: le quali cominciavano ad avere piú secreto e piú fondato maneggio per altre mani, perché, di febbraio, uno uomo di madama Margherita venuto in Francia, parlato che ebbe al re, passò in Spagna.

Ma in Puglia questo era lo stato delle cose. Tenevasi Barletta per il re di Francia, nella quale era Renzo da Ceri, e con lui il principe di Melfi, Federico Caraffa, Simone Romano, Cammillo Pardo, Galeazzo da Farnese e Giancurrado Orsino e il principe di Stigliano. Tenevano i viniziani Trani, Pulignano e Monopoli, avendo in questi luoghi dumila fanti e secento cappelletti, de’ quali ne erano in Monopoli dugento. Tenevano anche il porto di Biestri. Ma a queste genti il re di Francia, mandata che ebbe da principio piccola quantitá di danari, non faceva alcuna provisione, né aveva accettati i corpi delle dodici galee offertigli da’ viniziani; de’ quali si roppono, nella spiaggia di Bestrice, tre galee e una fusta