Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. V, 1929 – BEIC 1848561.djvu/38

Da Wikisource.
32 storia d'italia

camminassino per la diritta a’ borghi di Milano; allegando che, per le spianate che sarebbe necessario di fare per la fortezza del paese, il volere condursi fuori della strada maestra al soccorso del castello sarebbe cosa lunga né senza pericolo di qualche disordine, perché si arebbe a mostrare troppo dappresso il fianco agli inimici e si darebbe loro facoltá di fare piú potente resistenza, perché unirebbeno tutte le forze loro dalla banda del castello, dove, altrimenti, sarebbeno necessitati stare divisi per resistere agli inimici e non abbandonare la guardia del castello; e perché, conducendosi con gli eserciti a porta Romana, sarebbe sempre in potestá de’ capitani della lega voltarsi facilmente, secondo che alla giornata apparisse essere opportuno, a quale banda volessino. Secondo il quale consiglio si fece deliberazione che il settimo dí si alloggiasse a Bufaleta e Pilastrelli, ville vicine a mezzo miglio di Milano, sotto i tiri dell’artiglierie loro, e le quali sono circostanti alla strada maestra; con intenzione da quegli alloggiamenti pigliare i partiti che fussino dimostrati buoni dall’occasione e da i progressi degli inimici: i quali era opinione di molti che, veduto gli eserciti alloggiati in luogo sí vicino, non avessino a volere mettersi alla difesa, massime notturna, de’ borghi, per essere in piú luoghi ripieni i fossi e spianati i ripari, e da qualche banda tanto aperti che difficilmente si potevano difendere.


VI

Arrivo del duca di Borbone con milizie spagnuole in Milano. L’esercito veneto—pontificio sotto Milano; scaramuccie coi nemici. Improvvisa deliberazione del duca d’Urbino di scostarsi da Milano. Meraviglia generale per la ritirata dei collegati.

Ma la notte precedente al dí nel quale doveva farsi innanzi l’esercito, il duca di Borbone, il quale pochi dí innanzi era arrivato a Genova con sei galee e con lettere di mercatanti per centomila ducati, entrò con circa ottocento o... fanti