Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/108

Da Wikisource.

XII.

Carlo Vili a Firenze. — Suoi accordi con la repubblica. — Riordinamento del governo. — Fra Girolamo Savonarola. — Riforme interne da lui ispirate. — Inizio dell’impresa di Pisa.

E 1 re Carlo partito da Pisa, come di sopra è detto, e presa la volta di Firenze con animo pessimo, e, come fu opinione, con disegno di saccheggiare la cittá, avendo inteso la mutazione dello stato e come tutto el popolo in sulla cacciata di Piero aveva prese le arme ed ancora non le posava, e presentendo essere uno popolo grandissimo, non solo cominciò a credere di non potere sforzare e saccheggiare la cittá, ma ancora a dubitare che, entrando in Firenze, el popolo che era in sull’arme non gli facessi villania; e per questo, fermo per la via, mandò a fare intendere che el desiderio suo era entrare pacificamente nella cittá, ma che avendo nello esercito suo gente assai e di varie lingue e nazione, ed avendo inteso el popolo nostro essere in sulle arme, dubitava non nascessi qualche disordine, e però soprasederebbe tanto el popolo si disarmassi, per potere amichevolmente e sanza tumulto venire in Firenze. La quale cosa sendogli detto si farebbe, se ne venne a Signa, e quivi alloggiato in casa Batista Pandolfini, stette molti di aspettando la terra si posassi bene, e cosi ordinando drappi e veste per cavalli ed uomini sua, per fare una ricca e magnifica entrata nella cittá; e nondimeno avendo quasi levato el disegno del saccheggiare la cittá, e vólto l’animo