Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/297

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sare pe’ terreni loro, e vennene in sul nostro per una via piú lunga e difficile; dove essendo accompagnato da Pierfrancesco I osinghi nostro commessario in Romagna, gli disse che era venuto el tempo che noi vedremo vendetta degii inimici della Chiesa e nostri, accennando apertamente de’ viniziani. Cosi apressandosi a Bologna con forte esercito, publicò una fortissima escomunica contro a messer Giovanni Bentivogli e figliuoli, comprendendovi drento tutti quegli che gli dessino alcuna spezie di sussidio e favore; e da altro canto apressandosi le gente tranzese, era ridotto lo stato di messer Giovanni in somma difficultá; in forma che, come el papa fu in Faenza, dove era andato per la cittá nostra imbasciadore messer Francesco Pepi, messer Giovanni ed e’ figliuoli inviliti e diffidati di se medesimi, fatto certo accordo, si fuggirono di Bologna, ed e’ bolognesi subito si dettono ’ al papa. La quale cosa intendendo e’ franzesi che desideravono mandare Bologna a sacco, come uomini bestiali e sanza ragione, vollono entrare violentemente in Bologna, ma difendendosi francamente quegli di drento, furono ributtati; e nondimeno el papa, per posargli, dette loro certa somma di danari e poi entrò con tutta la corte pacificamente in Bologna, e vi cominciò a edificare una fortezza. Era in questo mezzo el re di Ragona venuto per mare alla volta del reame, e molti de’ sua gentiluomini e baroni colle donne e brigate loro ne venivano per terra; e perché gli aveva per transito a toccare Piombino, vi fu mandato oratori a visitarlo e presentarlo, messer Giovanni Vettorio Soderini, Niccolò del Nero, amico suo per avere lungamente fatto faccende in Spagna, Giovan Batista Ridolfi ed Alamanno Salviati, de’ quali Giovan Batista, amalato per la via, si ritornò a Firenze. Aspettoronlo quivi piú di uno mese, perché el re, sendo arrivato a Portofino in quello di Genova, fu constretto pe’ tempi cattivi starvi molti di e di poi arrivato in Piombino, (1) [Nel ms. sovrapposti alle parole subito e si dettono sono i numeri z e /; appare tuttavia dubbio che sieno di mano dell’A. e non piuttosto di epoca piú tarda.]