Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/368

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• ii modo che stativi molti di e multiplicando gli inconvenienti a’ quali per non potere riparare Giovan Batista Ridolfí fingendo essere amalato si ritornò a Firenze. E cosi mancando loro la vettovaglia perché e’ cattivi pagamenti le prede e ruberie loro e disordini e strazio ne facevano erano tanti che era impossibile tenerne el campo provisto, finalmente sendo disperata la vittoria si levorono da campo quasi come rotti con grandissima diminuzione della riputazione loro la quale era grandissima per avere insino a quello di ottenuta ogni impresa che avevano fatta. E nel partire una compagnia di svizzeri, come uomini bestiali e sanza ragione, prese Luca degli Albizzi nostro commessario e lo menava prigione come inimico; se non che fu soccorso da certe nostre fanterie e cavato loro delle mani. Udita a Firenze questa partita loro si fece giudicio nella moltitudine che questo lussi stato inganno per ordine del re; in modo che nello universale se ne sparlava si bruttamente quanto fussi possibile: da altra parte el re o si doleva assai di noi mostrando che questo disordine era nato per non si essere provisto el campo di vettovaglie come si doveva o perché cosi credessi per suggestione di quegli capitani erano stati nella impresa o pure perchè non ostante sapessi el vero volessi salvare l’onore delle sue gente el piú poteva; per le quali querele e sospetti sendo sdegnati forte gli animi, accadde che el re richiese che una parte di quelle gente d’arme erano state alla impresa si alloggiassino in su’ nostri terreni, il che gli fu in tutto dinegato; benché alcuni cittadini de’ piú savi fussino di contrario parere, mossi per non si alienare in tutto dal re e perché giudicavano che sendo queste gente in sul nostro ci servirebbono a difenderci el contado di Pisa ed inoltre per la riputazione del re ci gioverebbono co’ sudditi nostri e cosi altri; ma potendo piú lo odio che el rispetto della propria utilitá si prese el peggiore partito, di che el re si sdegnò p. 201 (t.) e cosi disposti male — e cosi gonfiati p. 202 (t.) scorrere el contado di Pisa — (V.) scorrere el contado nostro (T.) della Ventura — (v.) dello Stagno p. 209 (t.) fave bastassi —(v ) fave, bisognassi p. 213 (r.) l’anno; lasciassisi... Yitellozzo. E cosi—(V.) l’anno. E cosi (t. si usassi tutte le — (v.) si usassi di molte p. 216 (1.) perchè el re pretendeva... contro a noi; e però la paura — (V.) perchè el re essendo passato e spirati e’ tempi de’ capitoli fatti a Milano e cosi venuti a mancare quegli oblighi pe’ quali era tenuto aila difesa nostra ed e converso le obligazioni de’ pagamenti gli avavamo a fare, arebbe voluto rinnovare convenzione con noi per trarre danari dalla cittá, e conoscendo che per dolcezza non aveva a pervenire a questo disegno, si dimostrava male disposto e di volere pigliare partito de’ fatti nostri; e perú la paura