Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/97

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sono per transito la deliberazione del re e gli apparati faceva per passare in Italia, richiedendo la cittá lo favorissi o almeno gli concedessi per le sue gente passo e vettovaglia. Fu per voluntá di Piero, che per intercessione degli Orsini si era tutto dato al re di Napoli, contro ai parere di tutti e’ savi cittadini, negato l’uno e l’altro, pretendendo non poterlo fare per la lega vegghiava ancora col re Alfonso; e ribollendo ogni di le cose, furono mandati dalla cittá imbasciadori a Vinegia Giovan Batista Ridolfi e Paolantonio Soderini, per intendere la intenzione loro circa a questi movimenti e persuadere loro non volessino lasciare andare innanzi la ruina di Italia. E cosi ogni di pivi la cittá si scopriva per Napoli contro a Francia, con dispiacere universale del popolo, inimico naturalmente della casa di Ragona ed amico di Francia, contro alla voglia ancora de’ cittadini deilo stato, e’ quali vedendo Piero tanto ostinato a questa via non si ardivano contradirgli, e massime che messer Agnolo Niccolini e quegli piú suoi intrinsechi, parlavano sempre nella pratica sanza rispetto per questa parte.

Aveva Piero fatto una pratica stretta di cittadini, co’ quali si consultavano queste cose dello stato: messer Piero Alamanni, messer Tommaso Minerbetti, messer Agnolo Niccolini, messer Antonio Malegonnelle, messer Puccio Pucci, Bernardo del Nero, Giovanni Serristori, Pierfilippo Pandolfini, Francesco Valori, Niccolò Ridolfi, Piero Guicciardini, Piero de’ Medici ed Antonio di Bernardo; a’ quali tutti, da pochi in fuora, dispiaceva questa risoluzione, nondimeno sendo favorita da’ piú intrinsechi, non si opponevano, eccetto qualche volta e non molto Francesco Valori e Piero Guicciardini. Ma perché Piero in spirito intendeva quanto la sodisfacessi, non conferiva loro tutte le lettere e gli avisi, ma solo quelle cose che diminuivano ed erano in disfavore del re di Francia; el quale tutto di si metteva in ordine, ed a Genova per conto suo si armavano legni, e se ne faceva scala della guerra. Per la qual cosa el re Alfonso, considerando di quanto momento sarebbe el levargli la oportunitá di Genova, avendo