Pagina:Guida d'Udine.djvu/11

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PREFAZIONE 7

rato accennar mi basta, quanto in qualsivoglia luogo esisteva d’interessante, poco importandomi se vi è tuttora; che trattandosi di cose recentemente perdute, di cui fresca è ancor la memoria, il tempo di comporla è adesso, o di non comporla mai più, di non perdermi d’animo m’avvisai. Di più tessendo ora la guida ho il vantaggio che Udine, passati i tempi procellosi di rivoluzione, e di guerra, di giorno in giorno che maggiormente si rabbellisce. Come ad ubertoso campo di frumento biondeggiante, e di pampinose viti ferace, se quando ride ancor primavera, cruda gragnuola lo sbatta e devasti, dal sollecito agricoltore di altre biade la semente si affida, onde alla stagion del raccolto novelle messi vi alzano rigogliose la testa e nuovamente sfidano il nembo tempestoso. Ma che? Irreparabile sì è il danno delle peste viti, le quali rimangonsi senza frutto. Tal la sorte si fu di questo paese per cui un nuovo genere di adornamenti volato dai lumi del secolo adottato viene oggidì. Ne costituiscono l’odierno bello cimiteri, fontane, passeggi, strade, giardini, molti dei quali son già cominciati, e di molt’altri stassi maturando il progetto. È da riflettersi ancora, che la guida d’Udine far puossi diversamente da quella delle altre città poichè avendo esse la loro, chi di nuovo vuol trattarla è obbligato a ripetere quant’altri ha detto, mentre noi d’un soggetto occupandoci non tocco ancora, abbiamo il campo di tutto descrivere, e d’errare a bell’agio per le varie epoche dell’arte. Ne altri mi apponga, perchè essendosi nella storia delle bell’arti compilato l’indice di quanto di notevole esiste nei rispettivi paesi del Friuli, il tutto sia a finimento addotto, nè resti niente da aggiungere, e