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IX
Lontana, ovunque se la figura.
De le bellezze il colmo e l’eccellenza
de l’accorte, gentil maniere oneste
e ’l dolce canto e ’l bel danzar celeste
de la mia donna e la reai presenza,
lunge, fanno al mio cor tal violenza,
che l’ali spiega desiose e preste
e vola in parte ove s’adorna e veste
d’un’altra spoglia e non può viver senza;
ond’io, per richiamarlo, i piú bei volti
vo qui cercando e i piú soavi accenti,
né sento che ritorni o che m’ascolti :
sol duo begli occhi piú che ’l sol lucenti
suscitar ponno i miei sensi sepolti ;
ma, lasso! i’ spargo le parole a’vènti.
X
In continua angustia, lei lontana.
Poiché lungi da me la bella spera
gira, per mio destin, sua luce altrove,
son oscuri i miei giorni, e ’l petto move
sol di negri pensier nimica schiera.
Quella fiorita e vaga primavera
che mi mostrò si verdi erbette e nove,
in crudel verno è volta, e non so dove
posi ’l cor lasso, che tra via non péra:
sola una speme lo sostiene ancóra,
che dice in breve far mia vista lieta
del bel lume che ’l mondo e ’l cielo onora;
non mi consola intanto e non m’acqueta
cosa mortai, né riposata un’ora
senza lei per me volge altro pianeta.