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LV
Sul medesimo argomento.
Mentre, qual servo afflitto e fuggitivo
che di catene ha grave il piede e ’l fianco,
io fuggia la prigion debole e stanco,
dove cinque anni fui tra morto e vivo,
Amor mi giunse nel varcar d’un rivo,
gridando: — Ancor non sei libero e franco. —
Io divenni a quel suon tremante e bianco
e fui come uom che giá di spirto è privo.
Con le reti e col fuoco era l’inganno
seco e ’l diletto; io disarmato e solo
e de l’antiche piaghe ancora infermo:
ben mi soccorse la vergogna e ’l danno,
ch’a le mie grida eran venuti a volo;
ma contra ’l ciel non valse umano schermo.
LVI
Ella, si virtuosa e leggiadra, non lo derida.
Due cose fa l’amico mio Giocondo,
quando va con gli amici a le signore,
eh’ in vero io non vorrei per tutto il mondo:
la prima è ch’incomincia a saltar fuore
con alcune parole, giunto a pena,
ch’altrui fanno un salvatico favore;
l’altra che non ben volta ancor la schena
ha, se ben fosse un Alessandro Magno,
dietro gli fa sberleffi a bocca piena:
né so ch’ei di ciò faccia altro guadagno,
se non che penso forse ch’egli spacci
con questi simil modi il buon compagno.
Ma, questo o quello od altro che si facci,
parlare ora di lui non ho intenzione,
per non pigliarmi il dazio degl’impacci: