Pagina:Guidiccioni, Giovanni – Rime, 1912 – BEIC 1850335.djvu/194

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3
Contra il pianto non ebbi, oimè! piú schermo,
piú non ebbi col duol tregua né pace.

Crudele, ingiusta, abominevol guerra,
che si dolce fratei, d’etá si nova,
rapisti, oimè ! con invisibil colpo
e mi lasciasti in sempiterna noia!
4
Il viver senza te, frate, m’è noia,
che sempre fosti ai miei travagli schermo.
Perché al suo petto anch’io del mortai colpo
scudo non fui? ché disiata pace
troverei forse a l’altra vita nova
e sarei fuor di cosi lunga guerra.
5
Or comincia il mio pianto e la mia guerra
né spero fine a cotant’aspra noia,
ché la cagione in me sempre è piú nova
e non so ritrovar arte né schermo
che pur mi tenga una sol ora in pace,
tanto è profondo entro a quest’alma il colpo.
6
Per non ancider d’un medesmo colpo
l’afflitta madre e raddoppiar la guerra,
nel volto gli mostrai piú giorni pace,
nel cor premendo intollerabil noia;
ma non valse a coprir frode né schermo
al cor presago la spietata nova.
7
guanto suol far tenera pianta e nova
contrasto al ferro, tanto al grave colpo
quella misera fe’, cadendo schermo;
poi che tornolle il mesto spirto, guerra
tal fece ai crini ed a le guance noia,
che l’istesso Furor li chiese pace.