Pagina:Guidiccioni, Giovanni – Rime, 1912 – BEIC 1850335.djvu/20

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medico infermo e non la sua risana:
pur ch’altri util vi dia,
non curate chi sia;

si de’ sempre ciascuno esser contento
schifare a l’altrui costo il suo tormento.

Di lasciarti veder ti guarderai,
canzon mia, se ben pensi
tuoi detti inculti e sensi,
ed al giudizio degl’ingegni altèri
starai nascosta piú che i miei pensieri.

XVII


Ogni letizia presso lei ; lungi, ogni dolore.

Mal vidi, Amor, le non piú viste e tante
bellezze sue, se nel piú lieto stato
dovea languire e con la morte a lato
Torme seguir de le leggiadre piante.

Spesso col sol de le sue luci sante
chiudo il mio di seren, l’apro beato:
e scorgo ivi’l Piacer eh’è teco armato
contr’i sospetti del mio cor tremante.

Ma nulla vai; ché, da’begli occhi lungi,
tal nasce giel da le mie fiamme vive
che visibilemente ogni ben more.

Forse sei tu che poi mi segui e giungi
e ’nnanzi a lei ch’ogni tuo ardir prescrive,
lusinghi e queti l’affannato core.