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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/107

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BARRIERA DELLA QUERCE. 89

Del Grasso o Grassi che ebbe le sue case in Firenze in Via Fiesolana sul canto di Via dell'Oriuolo. Nel 1627 il possesso della Querce pervenne in Francesco di Cristoforo Albmayr tedesco, per eredità della madre Luisa di Cesare Del Grasso. Maddalena di Teodoro Albmayr vedova Hoffstern donò la villa che i suoi avevano ricostruita, alla nipote Maria Malanott Mikosch e dal magistrato de’ pupilli di lei l’acquistava il 19 gennaio 1774 il Granduca Leopoldo I di Toscana. Egli la ridusse a casino di villeggiatura nel quale per la bellezza del luogo e per la vicinanza a Firenze suoleva spesso trattenersi. Venduta dall’amministrazione granducale, fu del Prof. Girolamo Pagliano che la ampliò d’un numero straordinario di piani e di stanze. Da lui l’acquistavano poi i PP. Barnabiti istituendovi il loro Collegio.

La Topaja o la Querce. - Villa Altrocchi. — La villa ben situata e corredata di un bel giardino, non è di antichissima costruzione e fu sostituita ad una più antica casa da signore caduta in rovina che era più in basso, verso il Mugnone. La famiglia Porcellini che possedeva il podere colla vecchia casa già padronale, la eresse verso il 1698, giacché essa denunziò nel catasto di quell’anno questa «villa fatta di nuovo, con giardino, colombaja 9 cancello sulla strada». Nel 1707 Natale di Lorenzo Porcellini la vendè alle Monache di Chiarito dalle quali la tolsero a livello i Mannucci possedendola fino al xix secolo.

Della vecchia villa con loggia si veggono tuttora le tracce in una casa colonica che è appunto situata verso il Mugnone. Essa fu in antico degli Antinori che la venderono nel 1567 a Messer Giovanni d’Agnolo Niccolini. Questi la rivendeva nel 1605 a Ser Antonio di Ser Giovanni Del Grasso di S. Gimignano e dalla vedova di lui andava per eredità in Francesco Albmayr insieme ad altro podere vicino. Nel 1676 gli ufficiali dei pupilli come tutori de’ figli di Teodoro Albmayr vendevano a Lorenzo Porcellini questo piccolo possesso della Topaja che trovasi descritto nel catasto come «un podere con casa da signore rovinata». Costruita dai Porcellini la nuova villa, quella vecchia fu destinata ad uso colonico.