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BARRIERA DELLA QUERCE. 93

La Luna o Le Lune in Camerata. - Villa Pisa. — Il nomignolo della Luna, proprio fin dall’origine di questa villa e quello di Prato delle Lune dell’ampio piazzale erboso che la circondava, indussero alcuni storici d’altri tempi ad almanaccare sulla possibile esistenza in questo luogo di un antico tempio pagano sacro alla Luna; ma la fantastica supposizione non soltanto non ha nessuna base di serietà; ma spingerebbe a chi sa quali altre immaginose supposizioni per spiegare altri nomignoli congeneri come quelli di Sole o di Stella che sono proprj di altre antiche ville del colle di Camerata.

I più antichi ricordi di questa villa si riferiscono al tempo in cui essa apparteneva al celebre storico e segretario della repubblica fiorentina Messer Bartolommeo Scala di Colle, amico di Lorenzo il Magnifico e compagno di lui in quelle celebri riunioni di letterati e di filosofi che si tenevano sotto gli auspici di Cosimo il Vecchio a Firenze, a Careggi, a Fiesole, Quando fosse venduta dagli eredi di Messer Bartolommeo, non ho potuto rintracciare; certo è che sul declinare del XV secolo era passata in possesso di Cornelia di Roberto Salviati vedova di Messer Girolamo Martini di Venezia la quale aveva fatto erigere una cappella nella vicina chiesa di S. Domenico. Nel 1523 il 29 ottobre, Lionardo Salviati, in nome di Mona Tita figlia di Messer Girolamo Martini la vendeva ad Andrea di Giovanni Petrini e dalle figlie di questi la comprava il 17 febbrajo 1535 Ulivieri di Simone Guadagni.

Ben diverso dal presente era l'aspetto esterno di questa villa che nelle sue forme eleganti e grandiose rivelava tutta la genialità del suo architetto Giuliano da San Gallo che, forse contemporaneamente alla ricostruzione della villa ordinata dai Martini, dirigeva la fabbrica delle cappelle della chiesa di S. Domenico fatte per commissione di Cornelia Martini, dei Gaddi e dei Dazzi. I Guadagni tennero lungamente il possesso di questa villa che lasciarono ai Dufour Berte. I nuovi proprietarj vollero dar moderno aspetto alla villa e si valsero dell’opera dell’Architetto Giuseppe Poggi; ma se il nuovo edilizio rivela i meriti dell’illustre artista contemporaneo, esso non basta