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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/133

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BARRIERA DELLE CURE. 111

comodo edifizio posto sopra ad un verdeggiante poggetto die sporge verso la vallicella dove ha origine il torrente Affrico. Nel 1427 la villa appartiene ad un Andrea di Piero orafo dal quale passa per eredità nella nipote moglie di Bernardo di Simone donzello che nel 1548 la vende a Matteo di Paolo Delle Macchie. Questi la rivende nel 1549 ad Alessandro di Bartolommeo Talani d’un antica e storica famiglia che aveva le sue case dietro Palazzo Vecchio. I Talani caddero in rovina per ragioni di commercio ed i Signori Sei di Mercanzia vendettero questa loro villa al Marchese Scipione figlio del colonnello e senatore Piero Capponi del ramo detto di Via Carraja. I Capponi la possedettero fino al secolo ora scorso.

La Fonte o a’ Mazzi, ora la Torre Rossa. - Villa Handerson. — Questa villa, che è situata lungo la via che va a Majano, nel luogo dove ha la sua sorgente il piccolo torrente Affrico, appartenne in antico alla famiglia Parenti del gonfalone vajo, poi, alla metà del xv secolo passò alla famiglia Mazzi del gonfalone Lion d’oro che l’ebbe per lunghissimo tempo lasciandole il nomignolo di a ’ Mazzi. Alla fine del 600 era de’ Pratesi dalla quale la comprarono nel 1760 i Perini. La villa è stata ridotta or non è molto a carattere moderno.

San Michele alla Doccia. - Villa Cannon. — Sulla pendice del poggio Fiesolano che scende verso la vallicella dell’Affrico, sorge questo antico e grandioso edifizio di carattere monastico, circondato da un folto ed annoso bosco che contribuisce a dare alla località un carattere solenne di quieta e tranquilla solitudine. Quell’edificio attorniato da portici, che nonostante la sua riduzione a villa, conserva tuttora l’aspetto antico, fu per il corso di varj secoli convento dell’ordine Francescano. Nel luogo dov’era una casa campestre dei Benintendi, Niccolò Davanzati, sollecitato dalle preghiere di Frate Francesco da Scarlino fece erigere verso il 1414 un piccolo fabbricato dove quel romito si ritirò insieme a pochi compagni. L’elemosine da essi raccolte, valsero ad ampliare la fabbrica ed a costruire una chiesa che fu dedicata a S. Michele Arcangelo. Ma per cagione di un omi-