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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/149

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BARRIERA DELLE CURE. 119

Egiziaca, S. Maria Maddalena, dipinto della scuola di Andrea del Castagno.

Belcanto o il Palagio di Fiesole. - Villa Mac Calman. — Regina delle ville fiesolane, essa è uno di quei tanti edifizj che ricordano la magnificenza ed il gusto artistico della famiglia Medicea che tenne questo luogo come una delle sue villeggiature preferite.

In origine fu casa da signore appartenente ad una famiglia Baldi ascritta al gonfalone Vajo. Cosimo il Vecchio de’ Medici comprò le casa ed i terreni vicini da Niccolò del Maestro Giovanni Baldi nel 1458 ed a Michelozzo Michelozzi, il suo architetto favorito, fece erigere la splendida villa, circondandola di deliziosi giardini. Il Palagio di Fiesole, divise con Careggi il vanto d’esser sede di quelle riunioni di letterati, di filosofi e di artisti che contribuirono in modo così efficace ad accrescere la popolarità e la potenza di Cosimo il Vecchio e de’ figli suoi.

Qui, sotto gli auspici di Lorenzo il Magnifico, si tennero le adunanze platoniche, e qui si fecero quei memorabili banchetti in onore del filosofo greco, banchetti dei quali è giunta fino a noi la fama dello splendore. Ed era qui che insieme a molti altri ingegni preclari di quei tempi convenivano Poliziano, Pico della Mirandola, il Verino, Cristoforo Landini, il Del Riccio (detto Pier Crinito) il Nuti, il Cavalcanti e tanti altri. In uno di quei lieti banchetti, dato in onore del giovane cardinale Riario, avrebbero dovuto soccombere Lorenzo e Giuliano De Medici, perchè così era stato fissato in quella fatale congiura che si chiamò de’ Pazzi; ma l’assenza imprevista di Giuliano, fece mutar pensiero ai congiurati che attesero invece un’occasione più propizia.

La villa restò in possesso di casa Medici anche quando la famiglia ascese al Principato; ma Cosimo III, appena giunto al potere la vendè il 27 febbraio 1671 per 4000 scudi a Vincenzo del Senatore Cosimo Del Sera. Ai Del Sera appartiene appunto lo stemma che vedesi tuttora sull’angolo dell’ampia terrazza che a guisa di bastione circonda il giardino dal lato della vecchia strada fiesolana. Nel 1721 passò per eredità nei Durazzini che nel 1725