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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/157

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BARRIERA DELLE CURE. 127

fabbricò una casa. Essa passò dipoi a Raffaello di Luca sevajolo per tornare nel 1511 nella famiglia Di Dato e Dati del gonfalone Chiavi. Nel 1570 è d’una famiglia Starami ed il luogo si chiama anche le Ceppe. Andrea di Antonio Sapiti compra nel 1570 la villa da Giovanni Starnini e nel 1584 passa a Girolamo di Lazzaro di Fabiano che la rivende l’anno stesso a Lucantonio di Matteo Giannini e, sempre nel 1584, da Astolfo e Matteo Giannini l’acquista Scipione Ammirato canonico fiorentino e storico celebrato. Egli la possedette fino alla morte e con suo testamento del dì 11 gennajo 1600 la lasciava in eredità all’Opera dei Cappellani di S. Maria del Fiore, con certi obblighi1. I Cappellani la dettero a livello successivamente a varie famiglie e primo livellare fu Leonardo Montaguti che l’ebbe nel 1610.

Nell’interno della casa è un camino dov’è inciso il nome di Scipione Ammirato. Lo stemma di lui si vede anche sopra ad una cappellina prossima alla casa e che venne probabilmente costruita da lui stesso.

Il Pozzo. - Casa Barbi. — Un’altra delle case di proprietà Barbi che sorge in questa località, in antico denominata il Pozzo, ha aspetto di vecchia villa. Nell’interno di essa è un bel camino di pietra coll’arme e l’iscrizione Portigiano Portigiani e una data che parrebbe 1415, ma che dev’essere invece 1515 perchè a questo tempo richiama il carattere della scultura. La villa era degli Strozzi ai primi del XV secolo, poi fu dei Portigiani, quindi degli Altoviti.

FIESOLE

L’origine sua si perde nel mistero de’ tempi remoti, la sua potenza si affermò quando fu capo di una delle etrusche lacumonie, la sua opulenza ed il suo splendore raggiunsero


  1. L’Ammirato, lasciando ai Cappellani del Duomo la sua villa, imponeva loro l’obbligo di celebrare ogni anno un ufìzio in Duomo. Ma l’ufìzio non fu più fatto, perchè l’Opera dovette sborsare 80 scudi per divenire al possesso dell’eredità.