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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/158

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128 I DINTORNI DI FIRENZE.

il più alto grado sotto la dominazione romana, la sua gloria più serena le venne dagli artefici sommi che in essa ebbero culla e la bellezza sua, superiore alle vicende della storia, rimasta fiorente ed incorrotta per il lungo corso de’ secoli, la rallegra e l’allieta tuttora, dandole fama d’uno de’ più deliziosi ed attraenti soggiorni dell’Italia nostra.

Superbamente assisa sul suo poggio ondulato, chiusa dal cerchio delle sue mura gagliarde, difesa dalla sua rocca formidabile, dominò il centro della Toscana, oppose un argine potente alle invasioni de’ barbari ed affermò l’autorità sua sopra ad un territorio ampissimo. Lucumonia etrusca, lungamente sostenne la sua indipendenza contro la invadente dominazione romana; caduta come tutte le altre libere città dinanzi alle coorti della repubblica predestinata signora del mondo, divenne colonia ricca e fiorente e si abbellì di meravigliosi edifizi; fiaccata dalle continue invasioni de’ barbari, impoverita in mezzo all’opulenza ed al fasto importati da Roma, rapidamente soverchiata dallo sviluppo di Firenze che molti secoli prima essa avea avuta come emporio del suo commercio, Fiesole subi la sorte comune a tutte le città, a tutti i luoghi edificati sui monti che nei tempi lontani erano unica difesa alla loro libertà, unico baluardo della loro potenza.

La distruzione di Fiesole che gli storici d’altri secoli affermavano compiuta nel 1010, non è che una favola che la critica moderna, indagatrice profonda e serena dei fatti, ha completamente sfatata.

La decadenza di Fiesole come di tutte le altre antiche città edificate sui monti, fu conseguenza logica e naturale del cambiamento delle abitudini, degli usi, della sostituzione di nuove esigenze, di nuovi bisogni, a quelli più modesti di tempi più semplici e più rudi. I popoli costretti a curare, prima d’ogni altra cosa la sicurezza e la sanità stavano sui monti, quando correvano di continuo il rischio di essere assaliti e debellati e quando le pianure erano paludose e infestate dalle febbri. Cessati questi pericoli, essi cercavano invece luoghi di più facile accesso e più