Vai al contenuto

Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/210

Da Wikisource.
176 I DINTORNI DI FIRENZE.

Sopra ad un alto colle, quasi difaccia al conventino della Maddalena, è la

Chiesa di S. Andrea a Sveglia. — Di origine antichissima è questa chiesa che negli antichi documenti trovasi indicata coll’appellativo di Villa Vegna, forse da una famiglia Venia, Veglia o Viellia; ma della sua vecchia origine non serba che il ricordo, perchè fu completamente ridotta a carattere moderno. Essa sorgeva a breve distanza da un antico castelletto degli Agolanti ed in mezzo ai possessi di celebri famiglie fiorentine che ebbero parte nel di lei patronato e nella istituzione di cappelle e di benefizi. Il popolo da essa dipendente, che non era troppo vasto, venne accresciuto coll’unione di un’altra chiesa vicina, quella di S. Martino a Sveglia o Veglia che era pure di patronato degli Agolanti. Non esistono in questa chiesa opere d’arte degne di speciale ricordo.

Chiesa di S. Martino a Sveglia oggi di S. Sebastiano.

Di remota origine fu questa chiesa che estendeva la sua giurisdizione sopra ad un ristretto territorio posto fra il Mugnone ed il colle di Pratolino. Di lei si hanno ricordi assai antichi. Nel 1273 era raccomandata alla famiglia degli Agolanti che qui attorno aveva i suoi beni. Nel 1380 Lionarda di Cantino Agolanti lasciava per testamento alcuni beni a questa chiesa per mantenervi un sacerdote di nomima della sua famiglia e per celebrarvi divini uffici. Più tardi poi, una donna degli Agolanti, forse l’ultima di quella celebre famiglia, dimorante a Rimini, donava nel 1455 il patronato della chiesa a Nigi di Nerone di Diotisalvi Neroni nel quale era passata la proprietà degli antichi beni degli Agolanti. La parrocchia di S. Martino venne riunita a quella di S. Andrea a Veglia e la chiesa fu data ad ufiziare ad una compagnia di S. Sebastiano. L’edifizio, che oggi è appunto intitolato a S. Sebastiano, conserva tracce della sua vecchia costruzione, ed un campanile a vela di caratteristica struttura. Nell’interno vi sono alcuni resti d’affreschi della seconda metà del XV secolo. La via Faentina, oltrepassata la Maddalena, giunge alla Querciola, villaggio di antica origine dove fu già uno